venerdì 11 marzo 2016

UE CONTRO LA QUALITA CIBO ' ITALIANA

Cia, Confagricoltura, Federdoc, Federvini, Uiv, Alleanza delle cooperative e Assoenologi scrivono una lettera congiunta al titolare del Mipaaf: liberalizzazione uso etichette Ue così non va bene, si rischia di banalizzare alcune tra le più note denominazioni “made in Italy” e, con esse, gli sforzi e gli investimenti sostenuti negli anni dai nostri produttori. 20160122_cianazionale_bottiglie_vino_tappi22 gennaio 2016 – Tutto il mondo del vino italiano scrive al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: la revisione dell’etichettatura dei vini così non va. Federdoc, Federvini, Uiv, Cia, Confagricoltura, Alleanza delle cooperative e Assoenologi spiegano nella lettera congiunta: “Se la Commissione Ue decidesse di procedere secondo le ipotesi di liberalizzazione annunciate sarà possibile per un qualsiasi vino europeo riportare in etichetta nomi quali Aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Fiano, Lambrusco, Greco, Nebbiolo, Picolit, Primitivo, Rossese, Sangiovese, Teroldego, Verdicchio, Vermentino o Vernaccia -solo per citarne alcuni- tutti termini che costituiscono secondo la legislazione vigente la parte integrante di rinomate Dop o Igp registrate già a partire dalla metà degli anni Settanta e che come tali andrebbero tutelate, anche contro fenomeni di concorrenza sleale tra gli stessi produttori europei”. Peraltro, scrive ancora la filiera del vino, “siamo dell’avviso che ogni ipotesi di revisione dell’attuale quadro normativo di riferimento vada al di là delle competenze attribuite alla Commissione nel quadro del reg. Ue n.1308/2013, rimettendo in discussione quel delicato equilibrio politico che era stato raggiunto in occasione della riforma dell’OCM vino del 2008”. Nello specifico, infatti, la Commissione ha ipotizzato di liberalizzare l’uso nell’etichettatura di tutti i vini, compresi quelli senza indicazione geografica, di quei nomi di varietà che oggi sono riservati -in virtù dell’art. 100, par. 3, del reg. Ue n. 1308/2013 e dell’allegato XV del reg. CE n. 607/2009 – a determinate denominazioni d’origine protette (Dop) o indicazioni geografiche protette (Igp) di precisi Stati membri. Ecco perché ora Federdoc, Federvini, Uiv, Cia, Confagricoltura, Alleanza delle cooperative e Assoenologi sollecitano il ministro Martina a “prendere tutte le iniziative che riterrà utili affinché le ipotesi di liberalizzazione non si trasformino in proposta di regolamento, pena un serio rischio di banalizzare alcune tra le più note Dop e Igp italiane e, con esse, gli sforzi e gli investimenti sostenuti negli anni dai produttori che hanno portato il settore vitivinicolo italiano ad essere uno dei comparti di punta del Made in Italy nel mondo”. Fonte: Cia nazionale Correlati Ue, la filiera del vino italiana: «No alla liberalizzazione delle nostre denominazioni» Ue, la filiera del vino italiana: «No alla liberalizzazione delle nostre denominazioni» In "Tutte le notizie" La Cia al Vinitaly 2015: dal 22 al 25 marzo a Verona Fiere tante iniziative La Cia al Vinitaly 2015: dal 22 al 25 marzo a Verona Fiere tante iniziative "dentro e fuori la bottiglia" In "Cia nazionale" Xylella: superare al più presto l'impasse, dopo lo stop al piano Silletti ora si rischia l'infrazione Ue Xylella: superare al più presto l'impasse, dopo lo stop al piano Silletti ora si rischia l'infrazione Ue In "Agrinsieme" 22 gennaio 2016|Cia nazionale Dimensione Agricoltura Cerca nel sito Ultime novità Sviluppo Rurale: individuare le priorità per non disperdere le risorse a disposizione Il negoziato sul TTIP tra Ue e Stati Uniti giunge al 12° round «Serve un cambio di passo per far ripartire il settore rurale in Toscana» FONTE CIA toscana 22 gennaio 2016

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