martedì 22 marzo 2016

NO TITIP

https://pbs.twimg.com/media/CeFkKaeUYAAz5TP.jpg:large OPPOSIZIONE AL TITIP non è stata forte in paesi come la Polonia, Cipro o la Romania. Un motivo importante è che i loro cittadini sperano che il trattato permetterà loro l’ ingresso negli USA senza visto. Molti si aspettano che il TTIP assicurerà l’ entrata dei loro paesi nel cosiddetto ‘V.W.P’, cioè “Visa Waiver Program” (Programma di abolizione dei visti), che permette ai cittadini di determinati paesi di viaggiare negli U.S.A. senza visto per soggiorni non superiori ai 90 giorni. Ne fanno parte 38 paesi,ma la Bulgaria, Cipro, la Polonia e la Romania sono gli stati membri della UE che ne sono ancora esclusi. Il problema è serio: il ministro dell’ economia bulgaro, Bozhidar Lukarski, ha minacciato che il suo paese non firmerà il TTIP se gli USA non aboliscono i requisiti attuali per il visto. Non si tratta di una novità. All’ inizio delle trattative per il CETA, la Bulgaria, la Romania e la Repubblica ceca erano gli unici stati membri della UE ancora esclusi dalla possibilità di ottenere visti di residenza temporanea nella versione canadese del VWP. Dato che ogni stato membro della UE sarà chiamato singolarmente a firmare e ratificare il CETA, i tre paesi citati hanno dichiarato che non firmeranno, né ratificheranno nessun accordo se non si aboliscono i requisiti attuali per il visto. Nel 2013 il Canada ha abolito l’ obbligo del visto solo per i cittadini cechi. La Bulgaria e la Romania hanno mantenuto la pressione e alla fine del 2014 la rappresentante della UE in Canada, Marie-Anne Coninsx, ha suggerito che il problema del visto sarà risolto “in una maniera costruttiva e coordinata”. Alla luce di quello che è successo con il CETA, forse non c’è da meravigliarsi che i cittadini dell’ UE ancora esclusi dal V.W.P. sperino che anche il TTIP eliminerà i requisiti per il visto. “E’ quasi fatta, ci siamo già consultati con i nostri partner americani – grazie a quest’ accordo, i polacchi non avranno bisogno del visto per andare negli Stati Uniti”, ha esclamato il viceministro dell’ economia polacco Andrzej Dycha. Anche la Commissione Europea sostiene che “è particolarmente attenta ad assicurare che ogni discussione sul TTIP sia coerente con gli sforzi a tutto campo per raggiungere al più presto possibile la piena reciprocità con gli USA nelle politiche sui visti.” Tuttavia, c’è un’ altra parte che ha bisogno di essere convinta: il governo degli USA, che si oppone a questi cambiamenti sui visti e sostiene che il TTIP riguarda il commercio, non l’ immigrazione. La settimana scorsa, durante un viaggio in Polonia, Michael Froman, il rappresentante del commercio degli USA, ha dichiarato: “Per quanto riguarda il Visa Waiver Program, per il quale c’è un grande interesse in questo paese, non è materia di discussione nel contesto del TTIP. Nel nostro sistema legale, il sistema congressuale, è molto chiaro che la politica sull’ immigrazione e gli accordi commerciali sono due cose separate.” E’ improbabile che gli USA cambino idea, e questo vuol dire che alla fine potrebbe essere un problema legato all’ immigrazione a far fallire il TTIP. Facebook 8 Twitter 0 Fai una donazione Newsletter Unisciti al movimento contro TTIP e CETA Informativa sulla Privacy February 24th, 2016 da Nils Loret, coordinatore della rete europea “Zone libere dal TTIP” French action_Choice1 In Europa più di 1500 tra centri urbani e comunità territoriali si sono già dichiarati “zone libere dal TTIP” o in allerta contro il TTIP. Intanto la mobilitazione va avanti e ogni giorno sempre più centri urbani e regioni si dichiarano “zone libere dal TTIP”. Un caso piuttosto recente e importante è quello della Contea di Claire, la prima zona libera dal TTIP in Irlanda. Altre zone libere dal TTIP sono la città di Birmingham nel Regno Unito e la città di Amsterdam nei Paesi Bassi. Di fatto, sono milioni i cittadini e le cittadine europei/e che oggi vivono in aree già dichiaratesi anti-TTIP. Tuttavia, restano ancora molte aree da sensibilizzare rispetto al tema TTIP/CETA. Come sappiamo, questi accordi commerciali avranno conseguenze disastrose a livello locale: il ridimensionamento delle norme ambientali, la privatizzazione dei servizi pubblici e l’apertura degli appalti pubblici ad una più ampia concorrenza internazionale costituiscono tutti, nella stessa misura, un attacco ai diritti sociali e ambientali, alla democrazia e allo sviluppo locale e colpiscono pesantemente le realtà locali. Tutto questo andrebbe a vantaggio delle multinazionali che, notoriamente, si preoccupano ben poco delle conseguenze delle loro azioni sulla vita delle popolazioni, senza contare che un impatto positivo di questi accordi sulle comunità locali è ancora tutto da dimostrare. Diversi studi, invece, segnalano proprio il rischio di una drastica riduzione dei posti di lavoro in Europa e di una destabilizzazione delle PMI (piccole e medie imprese,) che sono le fonti primarie di impiego, soprattutto per paesi come ad esempio il Regno Unito e l’Irlanda. Per questo sono state lanciate campagne contro il TTIP e il CETA in Germania, Austria, Belgio, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito e, sempre per queste ragioni, si lavora quotidianamente per coinvolgere nella mobilitazione sempre più comunità locali. Le città che si sono dichiarate libere dal TTIP costituiscono una risorsa formidabile nella lotta contro nuovi accordi di libero scambio. Per coinvolgerle in modo attivo ed efficace nella lotta contro questi trattati e nella messa a punto di alternative locali esse saranno chiamate a partecipare ad un incontro paneuropeo che avrà luogo a metà aprile, su iniziativa della città di Barcellona. Sarà un momento di forte mobilitazione delle comunità locali contro il TTIP e il CETA, ma anche un’occasione propizia al consolidarsi di una rete di città che si oppongano all’approvazione di questi accordi e che siano in grado di fare pressione sui partiti, sui governi e sulle istituzioni europee. Sarà mobilitandoci tutti/e che riusciremo a respingere il TTIP e il CETA. Anche tu puoi dare una mano: invita i tuoi rappresentanti elettivi ad approvare delibere che dichiarino il tuo comune o la tua regione “zona libera dal TTIP”. Facebook 22 Twitter 0 Fai una donazione

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