martedì 26 gennaio 2016

le scelte del Governo mettono in ginocchio i nostri prodotti

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta presentato da BENEDETTI Silvia Al ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere, premesso che: Su proposta della Commissione europea, il parlamento e il consiglio lo scorso 17 settembre hanno adottato una proposta di regolamento volta a sostenere la ripresa economica della Tunisia, interessata da una forte instabilità politica, attraverso l’adozione di una misura commerciale autonoma che autorizza il paese nordafricano ad esportare senza dazio, dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2017, ulteriori 35.000 tonnellate di olio extravergine di oliva in aggiunta alla quota già fissata dall’accordo euro mediterraneo, di 56.700 tonnellate: una quantità pari a metà della produzione tunisina e poco meno di un terzo di quella italiana: nei mesi scorsi la Commissione aveva deciso di eliminare la soglia mensile di esportazione del Paese magrebino. Cosi ha dichiarato Habib Essid “è grazie a questa misura che la Tunisia quest’anno ha potuto esportare per più di 1,5 miliardi di dinari (circa 700 milioni di euro, ndr), alleggerendo così i danni subiti dal settore turistico”; l’impatto che avrà l’importazione di questo prodotto sul mercato europeo, in particolare sulla nostra olivicoltura, sarà fortemente negativo ed andrà a peggiorare ancora di più la già critica situazione che attraversa tale comparto, in particolare nel Salento, a causa della epidemia provocata dal batterio Xylella, i cui danni sono ad oggi incalcolabili; quale è stata la posizione assunta dal Governo italiano nel negoziato che ha portato ad adottare la proposta di regolamento e quale posizione intende assumere nel corso dell’iter legislativo di approvazione; quali misure intenda adottare per evitare che l’importazione di olio tunisino nelle modalità descritte in premessa danneggi i produttori di olio di oliva italiani; se non ritenga che, anche a seguito della crisi russoucraina e delle conseguenti sanzioni economiche imposte alla Russia, troppo spesso ormai gli interessi economici italiani, ed in particolare del settore agroalimentare, siano sacrificati per giustificare una politica estera europea che si articola esclusivamente su misure di carattere commerciale. Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo provato il gusto semplice e sublime del 'pane e olio'. Un rituale presente nel nostro immaginario e nel nostro dna, fisico e culturale. E invece ora stanno per toglierci anche questo ultimo brandello di orgoglio culinario italiano. L'Unione Europea, infatti, sta per approvare il regolamento che sdogana l'ingresso di olio d'oliva tunisino nel mercato UE. Per la precisione, si tratta di 35.000 tonnellate che la Tunisia potrà esportare senza dazio, dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2017, in aggiunta alle 56.700 già fissate dall'accordo euromediterraneo. Una quantità pari a metà della produzione tunisina e a circa un terzo di quella italiana. E così ben presto sulle nostre tavole avremo l'olio africano. Non più il rimedio conosciuto dai nostri nonni per le sue proprietà salutari, ma un altro prodotto, coltivato non più nelle campagne pugliesi o toscane ma sull'altra sponda del Mediterraneo. Alla faccia della produzione a Km 0! E quindi cosa importa se gli ulivi secolari della Puglia sono sterminati dal batterio Xylella? Ci teniamo a presentarvi i promotori di questo nuovo schiaffo al made in Italy. In primis Lady PESC, Federica Mogherini, capo della diplomazia UE in quota PD, che ha sbandierato il provvedimento come solidarietà per un paese in difficoltà. Non capiamo perché la cooperazione debba tradursi necessariamente in misure commerciali, tra l'altro in contrasto con la tutela made in Italy. Insomma, un film già visto con i danni agli agrumi di Sicilia e Calabria provocati dall'accordo UE-Marocco, sancito nel 2012 dal Parlamento UE coi voti di molti europarlamentari del PD. Contro le misure europee 'ammazza-olio d'oliva' il M5S ha presentato un'interrogazione al ministro delle Politiche Agricole, Martina. Il ministro risponda e ci dica chiaramente quale posizione intenderà adottare al riguardo il Governo italiano! Movimento 5 stelle e agricoltura

giovedì 21 gennaio 2016

multinazionali contro contadini la guerra XXI secolo

Un allevatore inglese usando illegalmente scarti di cibo crudo per i suoi maiali nel 2002 dà origine a un’epidemia virale veicolata da virus della famiglia coxsackie e da picornavirus, che si diffonde rapidamente in tutto il mondo. La reazione della comunità internazionale non si fa attendere: in Europa viene bandito l’utilizzo di eccedenze alimentari per la dieta dei suini, mentre in Asia, soprattutto in Giappone, i ricercatori si mettono al lavoro per trovare un modo più sicuro di impiegare quanto non viene mangiato dall’uomo, e ci riescono. Ogni anno, ogni europeo mangia 34 chilogrammi di carne di maiale, per un totale di 21,5 milioni di tonnellate. Circa il 75% delle terre coltivate del mondo è destinato a cereali e vegetali diversi usati per nutrire anche l’enorme numero di suini necessario a sfamare l’Europa, e molte di queste terre si trovano oggi dove un tempo sorgevano foreste e savane (1,2 milioni di ettari solo in America del Sud). Entro il 2050, inoltre, il fabbisogno di carne di maiale aumenterà del 60%, con costi destinati a salire fino a livelli difficilmente gestibili. maiali in allevamento iStock_000002203621_Small Il sistema giapponese permetterebbe di risparmiare e di fornire un nutrimento ecosostenibile A fronte di ciò, ogni anno in Europa vengono gettate non meno di 102,5 milioni di tonnellate di cibo non consumato mentre altrove, per esempio, a Taiwan, in Corea del Sud e in Giappone, questo cibo viene recuperato, trasformato in mangime e destinato all’alimentazione suina in percentuali superiori al 30%. In questa la situazione un gruppo di ricercatori del Dipartimento di zoologia dell’Università di Cambridge ha deciso di simulare un sistema simile a quello giapponese, e di applicarlo all’Europa. Il risultato pubblicato su Food Policy è stupefacente. Il risparmio economico considerando i costi della filiera, sarebbe del 50%, e quello del consumo del suolo e delle risorse di 1,8 milioni di ettari, (25% in meno rispetto a quanto accade oggi). La dieta inoltre sarebbe sicura, controllata e più naturale, considerando che fin da quando sono stati addomesticati 10.000 anni fa, i maiali vengono nutriti con scarti di cibo, e che i mangimi a base di soia e granoturco sono meno “naturali” per questi animali. mangime allevamento iStock_000058730452_Small Prendere spunto dalle tecniche giapponesi renderebbe anche i mangimi più sicuri Come hanno sottolineato gli autori, sarebbe ora di colmare il divario tra occidente e oriente e di adottare un sistema che da più di dieci anni si dimostra sicuro, efficiente e sostenibile come quello giapponese. Con ogni probabilità anche i consumatori europei premierebbero l’eco-maiale, che oltretutto costerebbe meno, come già avviene in Giappone, dove il tipo di alimentazione è indicato sulle etichette della carne. Inoltre potrebbero diminuire le infezioni alimentari, essendo i mangimi più controllati di altre preparazioni ottenute in maniera estemporanea affiancando a volte alimenti crudi (secondo un recente sondaggio inglese la pratica è diffusa nel 25% degli allevamenti di dimensioni piccole e grandi). Il ripensamento sui maiali dovrebbe rientrare in quello più ad ampio raggio in corso nelle autorità europee, di utilizzare insetti per nutrire gli stessi maiali e il pollame, e di abrogare il divieto di dare ai pesci gli scarti della carne di maiali e polli. Agnese Codignola Agnese Codignola giornali

POLLI E INFEZIONI ma nessuno fa nulla, soldi e morte, l' economia moderna desidera questo

Con sei miliardi di esemplari consumati ogni anno nel mondo, la carne di pollo è di gran lunga la più amata. L’incremento del consumo favorisce la crescita delle infezioni negli allevamenti industriali e, in particolare, quella da Campylobacter, batterio la cui presenza è segnalata quasi ovunque (secondo alcune stime in non meno di sette allevamenti su dieci). Questo batterio è molto aggressivo, causa tossinfezioni a volte gravi ed esistono pochi strumenti realmente efficaci e innocui per l’uomo. Uno studio condotto dagli zoologi dell’Università di Oxford e pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B, propone una soluzione che potrebbe rivelarsi molto utile. Secondo l’autrice, Frances Colles “I sistemi usati finora ricorrono ai prelievi e a controlli a campione, ma è evidente che questo non basta. Abbiamo osservato il comportamento degli animali infettati, e notato che è differente da quello dei polli sani. Per questo abbiamo deciso di verificare se un sistema di analisi delle immagini dei movimenti nei diversi momenti della giornata e del ciclo vitale potesse essere efficace per individuare gli animali malati”. Quando un pollo o una gallina sono colpiti da un’infezione da Campylobacter tende a muoversi di meno e a fare movimenti poco regolari. carne macello polli 179131760 Le infezioni da Campylobacter sono molto diffuse negli allevamenti industriali Per verificare l’ipotesi, la zoologa ha analizzato le immagini rilevate in 31 allevamenti industriali, elaborate tramite un software messo a punto a questo scopo, e ha raccolto le feci dei polli sotto osservazione, per verificare la presenza del batterio a diverse età: 21, 28 e 35 giorni. Frances Colles ha così dimostrato che il metodo ottico, oltre a non essere invasivo e nemmeno costoso, consente di individuare gli animali malati già a dieci giorni di vita, cioè in uno stadio molto precoce rispetto ai sistemi tradizionali di monitoraggio delle infezioni. Non si può dire se le alterazioni del movimento siano dovute al Campylobacter o se gli animali si muovano male perché stanno in un ambiente poco sano, dove è anche più facile contrarre infezioni. La corrispondenza sembra esserci e il sistema potrebbe funzionare, permettendo così anche a polli e galline di godere di un maggiore benessere e di vivere una vita più sana. pollo e uova I polli di fattoria, quanto a parassiti, hanno anch’essi i loro problemi Anche i polli di fattoria hanno i loro problemi per quanto riguarda parassiti e batteri, anche se si tratta di ospiti meno pericolosi rispetto a quelli presenti negli allevamenti industriali. Uno studio pubblicato negli stessi giorni sul Journal of Medical Etomology dai ricercatori dell’Università della California di Riverside, fornisce un quadro abbastanza insolito della situazione campestre, che toglie molta poesia all’immagine della sana vita di campagna. Analizzando cento animali di 21 fattorie del Sud della California, gli autori hanno scoperto che più dell’80% aveva una delle sei diverse specie di pidocchi, che il 20% ospitava vari tipi di moscerini e molti avevano degli acari. Probabilmente ciò accade per il contatto con il terreno. I ricercatori hanno però precisato che non si tratta di insetti pericolosi per l’uomo, a meno che non diventino veicoli di altre infezioni. Tuttavia, sarebbe bene prevenire i contatti e adottare, misure per ridurre la carica di parassiti attraverso il controllo sistematico e l’isolamento, ricorrendo solo in casi estremi agli insetticidi. Il dato più stupefacente è la scarsa consapevolezza degli allevatori che ignorano il problema tanto che quasi nessuno adotta misure preventive. © Riproduzione riservata sostieniProva2Le

sociologia del cibo E INFEZIONI ALIMENTARI

Infezioni alimentari: l’Oms pubblica per la prima volta le stime mondiali su malattie e morti Beniamino Bonardi 11 dicembre 2015 Sicurezza Alimentare 1 Commento 2,303 Visto infezioni alimentari Il 40% delle patologie alimentari colpisce bambini al di sotto dei cinque anni Ogni anno almeno 600 milioni di persone si ammalano per infezioni alimentari, il 40% è costituito da bambini al di sotto dei cinque anni e le vittime sono 420.000 . Sono le stime sulle malattie di origine alimentare a livello mondiale, diffuse per la prima volta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Secondo il direttore del dipartimento per la sicurezza alimentare si tratta di valori prudenziali, essendo le cifre reali sicuramente molto più alte. L’Africa e Sud-Est asiatico sono le regioni più colpite. Il rapporto dell’Oms fa anche una valutazione delle cause principali si tratta complessivamente di 31 agenti: due virus, 12 batteri, 14 parassiti e tre prodotti chimici. Alcuni provocano malattie, altri fattori invece sono la causa di complicazioni a livello neurologico e tumori. sicurezza alimentare Le patologie di origine alimentare sono causate da: 2 virus, 12 batteri, 14 parassiti e 3 prodotti chimici I dati sono i seguenti: Nella regione europea, che comprende 53 Paesi, si ammalano 23 milioni di persone l’anno e ne muoiono cinquemila. La dissenteria è il disturbo maggiormente diffuso ed è collegato a 15 milioni di infezioni causate dal Norovirus e a cinque milioni dal Campylobacter. In Africa, si ammalano 91 milioni di persone l’anno e ne muoiono 137.000, pari a un terzo dei decessi per problematiche alimentari in tutto il mondo. La dissenteria è responsabile del 70% delle malattie ed è causata principalmente dalla Salmonella non tifoidea, dal colera di origine alimentare e dall’E.coli. I rischi chimici (cianuro e aflatossine) causano un quarto dei decessi. Nella regione delle Americhe, si ammalano 77 milioni di persone l’anno, di cui 31 milioni sono bambini; ne muoiono novemila, di cui duemila bambini. La dissenteria è responsabile del 95% delle malattie ed è causata principalmente da Norovirus, Campylobacter, E.coli e Salmonella non tifoidea. donna malata a letto In Europa le infezioni alimentari colpiscono 23 milioni di persone Nell’Asia sud orientale, si ammalano 150 milioni di persone l’anno, di cui 60 milioni di bambini, e ne muoiono 175.000, di cui 50.000 bambini. La dissenteria è responsabile della maggior parte delle morti ed è causata principalmente da Norovirus, Salmonella non tifoidea ed E.coli patogeno. In questa regione si trova la metà delle persone che, a livello mondiale, sono colpite e muoiono per febbre tifoidea o epatite A. Nella regione mediterranea occidentale, si ammalano cento milioni di persone l’anno, di cui 32 milioni di bambini, e ne muoiono 37.000. La dissenteria è responsabile nel 70% dei casi ed è causata principalmente da E.coli, Norovirus, Campylobacter e Salmonella non tifoidea; Nella regione del Pacifico occidentale, si ammalano 125 milioni di persone l’anno, di cui 40 milioni di bambini, e ne muoiono 50.000, di cui settemila sono bambini. L’aflatossina, causata da muffe sul grano, è la causa principale delle morti per malattie di origine alimentare e provoca il 70% dei decessi a livello mondiale per questa causa. L’aflatossina causa anche oltre diecimila casi di cancro al fegato ogni anno. In questa regione si registra anche il più alto tasso mondiale di morti causate da parassiti di origine alimentare. “Finora, le stime su questo problema erano vaghe e imprecise” ha affermato la direttrice generale dell’Oms Margaret Chan. “La conoscenza degli agenti patogeni nelle diverse regioni del mondo, permette al pubblico, ai governi e all’industria alimentare di adottare misure mirate”. L’impatto politico e sociale del rapporto Oms sarà discusso nell’ambito di un simposio organizzato insieme all’Istituto olandese per la salute pubblica e l’ambiente i prossimi 15 e 16 dicembre ad Amsterdam. © Riproduzione riservata

NORME SUL CIBO e TTIP ED etichette FALSE NATURALMENTE

Dal 14 dicembre 2014 si applicano le nuove norme in tema di etichette e pubblicità alimentari introdotte dal regolamento (UE) n. 1169/11. Novità importanti sull’indicazione degli ingredienti allergenici, specificazione della natura degli oli e grassi vegetali utilizzati, altezza minima dei caratteri, data di scadenza su ogni singolo imballo, e un nuovo schema di riferimento per la tabella nutrizionale che diverrà obbligatoria per la quasi totalità dei prodotti a partire dal 14 dicembre 2016. Nel mezzo del guado, molti operatori hanno finora sottovalutato la riforma normativa, grazie anche al fatto che le autorità di controllo sono tuttora prive di strumenti sanzionatori per punire le violazioni. ( ma va??????? nota di Carolina ). Di conseguenza, una quota rilevante delle etichette a scaffale, come dei cartelli informativi sui punti vendita, non risultano conformi alla normativa vigente. La situazione rimane critica, dal punto di vista dei più o meno inconsapevoli operatori, sotto diversi aspetti: - il rischio di sanzioni penali in caso di carenza, o incompletezza e genericità, delle notizie sulla presenza di ingredienti allergenici o loro derivati, cui conseguano eventi lesivi a danno di consumatori vulnerabili, - il rischio di trovarsi impreparati, con scorte di imballi non conformi, nel momento in cui il fatidico “decreto sanzioni” verrà pubblicato, - il rischio di subire sanzioni in altri Paesi europei, dove le stesse norme sono effettivamente applicate. In considerazione di quanto sopra e delle esigenze spesso inespresse delle aziende di produzione e distribuzione degli alimenti, la squadra di FARE fino al 29 febbraio 2016 offre ai nuovi Clienti uno sconto del 20% sulla revisione tecnico-legale della prima etichetta sottoposta. Con l’idea di fare un “check-up” utile a rendersi conto del proprio livello di “compliance” con le regole in vigore. Per ulteriori informazioni e preventivi, scrivere a tech@fare.email Le nuove linee guida dietetiche per gli americani, pubblicate pochi giorni fa dal governo statunitense, indicano esplicitamente l’olio di palma tra i grassi saturi, il cui consumo complessivo non dovrebbe superare il 10% dell’apporto calorico quotidiano. Gli alimenti ad alto contenuto di grassi saturi indicati dalle linee guida sono: burro, latte intero, carni non etichettate come magre, oli tropicali come olio di cocco e olio di palma. L’indicazione di questo limite è stata decisa perché nella popolazione statunitense si registra un eccessivo consumo di grassi saturi, che aumentano il livello di colesterolo cattivo nel sangue, con conseguente rischio di disturbi cardiovascolari. IL FATTO ALIMENTARE, 21-1-16 Criticare la Nutella è difficile, perché si tratta di un prodotto cult supportato da numerose campagne pubblicitarie venduto a un prezzo conveniente. Come accade per la Coca-Cola, anche per la Nutella si parla di una ricetta misteriosa, ma si tratta di una leggenda metropolitana, perché è solo una semplice crema alla nocciola con tre ingredienti principali: zucchero, olio di palma e nocciole. Basta leggere l’elenco degli ingredienti per capire che siamo di fronte a una preparazione con un profilo qualitativo non proprio eccellente. Confrontando le materie prime di Nutella con quelle di altre creme spalmabili si nota che gli ingredienti utilizzati sono simili (vedi tabella sotto), ma cambia la quantità e la tipologia dei grassi. Nella lista degli ingredienti della crema Ferrero troviamo al primo posto lo zucchero seguito dall’olio di palma e solo al terzo posto le nocciole con il 13%. Nelle creme che proponiamo in questo elenco il quantitativo di nocciole (ingrediente più costoso che caratterizza il prodotto) raddoppia o triplica e come materia grassa non si usa il mediocre olio palma ma l’eccellente burro di cacao (considerato l’ingrediente principe di tutti i prodotti a base di cacao e cioccolato). crema nocciole nutella La scelta dell’olio di palma permette di abbassare drasticamente i costi di produzione L’abilità di Ferrero consiste nel l’essere riuscita a rendere piacevole al palato una miscela composta da poche nocciole tanto zucchero e tanto grasso di mediocre qualità come il palma. Nutella contiene solo una frazione del grasso di palma ottenuta da un macchinario che possiedono pochissime aziende al mondo. La scelta del palma permette di abbassare drasticamente i costi di produzione e di usare poche nocciole, anche se penalizza la qualità nutrizionale della crema essendo un grasso sconsigliato dagli esperti di nutrizione. L’aroma. Nutella usa la vanillina (un aroma artificiale, molto utilizzato nell’industria dolciaria al posto della vaniglia naturale perché costa pochissimo rispetto alla vera vaniglia e al vero aroma utilizzato dalle altre creme. nocciole_178962009 Nutella contiene vanillina, un aroma artificiale molto utilizzato nell’industria dolciaria al posto della vaniglia naturale perché costa pochissimo La prova sensoriale. Per scoprire qual è la crema migliore bisogna acquistarne un vasetto tra quelli elencati nell’elenco e fare un confronto spalmandole su una fetta di pane valutando la consistenza, la fragranza e l’aroma. Il profumo tipico del cacao deve essere persistente e lo zucchero non deve prevalere sugli altri sapori. Il prezzo. Nutella è il prodotto leader del settore e ha un prezzo decisamente interessante 6-7 euro/chilo. Per acquistare le creme senza olio di palma, bisogna spendere 2-3 e in alcuni casi 4 volte di più. Fare concorrenza a Nutella è impossibile perché il costo delle materie prime scelte da Ferrero è talmente basso e le nocciole sono così poco presenti da rendere difficile un confronto con le creme preparate senza olio di palma. Ma Nutella è un mito, perché oltre ad avere un gusto e un sapore unico, è anche un marchio e non bastano certo discorsi logici per ridimensionare un prodotto cult. Non pretendiamo di convincere milioni di fan, ma un concetto deve essere chiaro, le creme alternative non hanno il gusto della Nutella, ma forse hanno il vero sapore della crema di nocciole. Provare per credere. Roberto La Pira Se avete altri nomi da aggiungere all’elenco inviate le segnalazioni in redazione. nutella vasetto Nutella: Zucchero, olio di palma, nocciole (13%), cacao magro (7,4%), Latte scremato in polvere (6,6%), siero di latte in polvere, emulsionanti: lecitine (soia), vanillina majani crema gianduia Majani: Crema gianduia. Ingredienti: nocciole, zucchero, cacao magro, latte scremato in polvere, burro di cacao, emulsionante lecitina di soia, vaniglia. crema-novi Novi: Crema Novi. Crema da spalmare alle nocciole e al cacao senza grassi estranei. Ingredienti: Nocciole (45%), zucchero, cacao magro (9%), latte scremato in polvere, burro di cacao, emulsionante: lecitina di soia, estratto naturale da bacche di vaniglia. Senza glutine. Nocciolata rigoni Rigoni di Asiago: Nocciolata, crema di cacao e nocciole biologica. Ingredienti: zucchero di canna, nocciole, cacao, latte scremato in polvere, burro di cacao, estratto naturale di vaniglia Bourbon, olio di girasole e lecitina di girasole no Ogm (emulsionante). venchi crema cacao nocciole Venchi. Crema Spalmabile a base di cacao e nocciole Piemonte IGP. Ingredienti: Zucchero, Pasta di Nocciola Piemonte I.G.P., Olio di oliva, Cacao magro in polvere, Latte magro in polvere, Burro di cacao, Emulsionante: lecitina di soia, Aroma vaniglia naturale. Può contenere tracce di frutta a guscio e latte. crema nocciola lindt Lindt: Crema spalmabile alle Nocciole*. Ingredienti: “Nocciola Piemonte IGP” * (45%), zucchero, cacao magro in polvere, latte scremato in polvere, burro di cacao, emulsionante (lecitina di soia), estratto naturale di vaniglia Bourbon. Può contenere mandorle, anacardi, pistacchi. *Prodotto ottenuto esclusivamente da “Nocciola Piemonte IGP” crema gianduia caffarel Caffarel: Crema Gianduia 40% di Nocciole. Ingredienti: Nocciole Piemonte IGP 40%, zucchero, cacao magro in polvere, latte scremato in polvere, burro di cacao, burro anidro, mandorle, emulsionante: lecitine (di soia). deanocciole menestrello Deanocciola, Menestrello, Crema da spalmare con nocciole e cacao (senza glutine). Con nocciole della Tuscia. INGREDIENTI: zucchero di canna, olio di girasole, 16% pasta di nocciole, latte in polvere, 8% cacao in polvere. NELLINA La Gentile, Azienda Agricola, Nellina Crema di nocciole. Ingredienti: Nocciole 33%, Cacao, Olio di girasole, latte e zucchero. elite crema-nocciola Az. Agricola Nocciole d’Elite di Emanuele Canaparo, Crema di Nocciola. Prodotto ottenuto dall’unione di 58% di Nocciola Piemonte IGP tostata, zucchero di canna, latte e cacao magro. crema nocciola teo e bia Teo&Bia, Crema alle nocciole. Ingredienti: nocciole min 47%, zucchero di canna, cacao amaro. Prodotto biologico senza latte e glutine. Senza lecitina di soia. cremella gianoglio Azienda agricola Gianoglio Emanuela, Cremella di nocciole. Ingredienti: pasta di nocciola, cioccolato fondante (pasta di cacao, zucchero, burro di cacao, emulsionante, lecitina di soia, aroma naturale di vaniglia) Può contenere latte. gianduioso leone Leone, Gianduioso, Crema di giandujotto in tubetto. Ingredienti: Nocciola Piemonte I.G.P. (45%), zucchero grezzo di canna, cacao, pasta di cacao, bacche di vaniglia. Emulsionante: lecitina di soia. Può contenere tracce di latte e altra frutta a guscio. SteVias - Bio Mondo LaNature SteVia’s – Bio Mondo, LaNature Crema spalmabile nocciola e cacao con estratto di stevia. Ingredienti: pasta di nocciole 25%, olio di girasole, polvere di agave 15%, cacao magro in polvere 13%, farina di riso, olio di oliva, burro di cacao 7%, glicosidi steviolici (stevia) 0,3%. maglio amore di nonna fondente Maglio, Amore di Nonna crema spalmabile fondente. Ingredienti: nocciole 29%, pasta di cacao, zucchero, burro anidro, emulisionante: lecitina di soia, aroma naturale: vaniglia. Nel cioccolato cacao minimo 49%. maglio amore di nonna latte Maglio, Amore di Nonna crema spalmabile al latte. Ingredienti: zucchero, nocciole 29%, latte intero in polvere 10%, pasta di cacao, burro anidro, burro di cacao, emulsionante: lecitina di soia, aroma naturale: vaniglia. Nel cioccolato cacao minimo 25%. amedei toscana Amedei, Crema Toscana alla Nocciola. Ingredienti: nocciole varietà Tonda Gentile 47% minimo, zucchero di canna, latte scremato in polvere, pasta di cacao, cacao, vaniglia. Può contenere tracce di mandorle, pistacchi, noci. baratti milano nocciola Baratti & Milano, Crema alle nocciole. Ingredienti: nocciole (45%), zucchero, cacao magro (9%), latte scremato in polvere (5%), burro di cacao, emulsionante: lecitina di soia, aromi 18491 Ecor, Le Creme – Nocciole e cacao. Ingredienti: zucchero di canna*, olio di girasole* 14,7%, pasta di nocciole* 13*, cacao magro in polvere* 8%, latte scremato in polvere, emulsionante: lecitina di girasole, aroma naturale di vaniglia. *da agricoltura biologica. Può contenere tracce di soia e altra frutta a guscio. modicano cuor-di-gianduia Il Modicano, Cuor di Gianduia – Crema spalmabile alle nocciole siciliane. Ingredienti: nocciole Sicilia 43%, zucchero di canna, cacao magro in polvere 8,5%, soia in polvere, vaniglia Bourbon. Emulsionante: lecitina di soia. 100% da agricoltura biologica. Può contenere tracce di frutta a guscio. govegan probios ciock ProBios, GOVegan – Vegan Ciock crema spalmabile. Ingredienti: *zucchero di canna, *olio di semi di girasole, *cacao, *nocciole, *farina di riso, *maltodestrine, emulsionante: lecitina di girasole. *biologico bio cajita altromercato Altromercato, Bio Cajita. Prodotta con zucchero di canna di Manduvirà (Paraguay), cacao di Conacado (Repubblica Dominicana) e anacardi di Elements (India), BioCajita riesce a coniugare il gusto inconfondibile della crema spalmabile al cacao e anacardi Altromercato con ingredienti da agricoltura biologica, senza l’utilizzo di olio di palma. 19210 Achillea, Kao kao – crema spalmabile di nocciole biologiche. Ingredienti: Sciroppo di manioca, crema di nocciole, cacao in polvere 4,2%, bevanda a base di riso. cioko crem alcenero Alcenero, Ciokocrem – crema di nocciole spalmabile. Ingredienti: zucchero di canna*, olio di girasole*, pasta di nocciole* (15%), cacao in polvere* (9%), latte scremato in polvere*, burro di cacao* (1,1%), emulsionante: lecitina di girasole, sale. *Biologico. Può contenere tracce di altra frutta a guscio e soia. La presenza di puntini e/o affioramenti bianchi è dovuta alla naturale cristallizzazione del burro di cacao e non modifica la qualità del prodotto. panela golamera Panela, Golamera – Crema spalmabile biologica al cacao e nocciole del Piemonte IGP con zucchero integrale di cocco. Ingredienti: Zucchero integrale di palma da cocco, Cacao magro in polvere, Pasta di nocciole del Piemonte IGP, Bacche di vaniglia bourbon. Senza lecitina di soia, zuccheri raffinati e grassi aggiunti. Adatta per Vegani. crema-spalmabile-ranco Azienda agricola Ranco, Crema spalmabile con olio extravergine di oliva e nocciole. Ingredienti: zucchero, olio extravergine di oliva (15%), nocciole (13%), olio di girasole, cacao in polvere, latte scremato in polvere, siero di latte in polvere, bacche di vaniglia. crema-spalmabile-bio-ranco Azienda agricola Ranco, Crema spalmabile bio con olio extravergine di oliva e nocciole. Ingredienti: zucchero grezzo di canna, olio extravergine di oliva (15%), nocciole 13%, olio di girasole, cacao in polvere, latte scremato in polvere, siero di latte in polvere, bacche di vaniglia. crema_gianduia maison Maison della nocciola, Crema Gianduja. Ingredienti: NOCCIOLA PIEMONTE IGP (52%), zucchero di canna, cacao magro, LATTE SCREMATO IN POLVERE, burro di cacao. Emulsionante: LECITINA DI SOIA, vaniglia Golosi-Di-Salute-Crema-Gianduja-Fondente-250g-35655 Golosi di Salute di Luca Montersino, Crema Gianduja Fondente. Ingredienti: nocciola tonda gentile trilobata (43%), cioccolato fondente (43%) (pasta di cacao, zucchero, burro di cacao, emulsionante: lecitina di soia, estratto di vaniglia), burro, olio di riso, cacao amaro. ALLERGENI: cereali CONTENENTI glutine (grano, segale, orzo, avena, farro, kamut o i loro ceppi ibridati) e prodotti derivati; uova e prodotti a base di uova; arachidi e prodotti a base di arachidi; soia e prodotti a base di soia; latte e prodotti a base di latte (compreso il lattosio); frutta a guscio (mandorle, nocciole, noci comuni, noci di acagiu, noci pecan, noci del Brasile, noci del Queensland e prodotti derivati; SEMI SI sesamo e prodotti a base di sesamo. golosi-di-salute-crema-cacao_nocciole-200g-45738 Golosi di Salute di Luca Montersino, Crema Cacao&Nocciole. Ingredienti: nocciole Piemonte (46%), zucchero di Canna, latte magro in polvere(6,5%), cacao (5%), emulsionante: lecitina di girasole, vaniglia in bacche. Senza grassi aggiunti. ALLERGENI: cereali CONTENENTI glutine (grano, segale, orzo, avena, farro, kamut o i loro ceppi ibridati) e prodotti derivati; uova e prodotti a base di uova; arachidi e prodotti a base di arachidi; soia e prodotti a base di soia; latte e prodotti a base di latte (compreso il lattosio); frutta a guscio (mandorle, nocciole, noci comuni, noci di acagiu, noci pecan, noci del Brasile, noci del Queensland e prodotti derivati; SEMI SI sesamo e prodotti a base di sesamo. noccioro45-250g NocciOro, Noccioro45 crema spalmabile. Ingredienti: Nocciole Tostate (45%), Zucchero, Latte Scremato in polvere, Cacao. galamella galameo Galameo, Galamella con olio extravergine di oliva e oltre il 40% di nocciole. sz crema nocciole SZ, La Crema spalmabile alle nocciole e cacao magro, con edulcorante. Senza glutine. Ingredienti: edulcorante: maltitolo, olio di semi di girasole, nocciole 16%, latte scremato in polvere, cacao magro in polvere 7,5%, siero di latte in polvere, lecitina di girasole, aromi.Contiene frutta a guscio (nocciole), latte e derivati. Un consumo eccessivo può avere effetti lassativi. Prodotto in Italia. cioccoliata natura docet Natura Docet, CoccOliata, Crema spalmabile al cioccolato fondente, nocciole e olio extravergine di oliva. Ingredienti: olio extravergine di oliva (35%), cacao in polvere, nocciole tostate, zucchero, massa di cacao, burro di cacao, latte in polvere, emulsionante: lecitina di soia, aroma naturale di vaniglia. Può contenere tracce di frutta a guscio. Allergeni: soia e derivati, latte e derivati, frutta secca a guscio. slitti riccosa Slitti, Riccosa, crema da spalmare al cioccolato ricca di nocciole. Ingredienti: nocciole piemonte 46%, zucchero, latte intero in polvere, burro di cacao, massa di cacao, vaniglia naturale. passione gianduia scura “Il Frutto della passione” è un piccolo laboratorio di cioccolateria e dolci artigianali a Battipaglia (Sa), che produce anche una linea di spalmabili con pasta di nocciola pura, cioccolato e olio extra vergine di oliva del Cilento. pernigotti gianduia nero Pernigotti, Gianduia nero, crema gianduia fondente da spalmare. Ingredienti: cioccolato alle nocciole gianduia (42%: zucchero, cacao magro in polvere, nocciole, emulsionante: lecitina di soia. Cacao: 33% min.), nocciole (21%), zucchero, burro di latte anidro, emulsionante: lecitina di soia, aromi naturali. (Nocciole: 33% del totale del prodotto). dalia gourmet crema nocciole cioccolato Dalia Gourmet, Crema di nocciole e cacao. Ingredienti: Nocciole tostate 66 % (provenienza Italia), dolcificanti (eritritolo, glicosidi steviolici), cacao 6 %. concerto Pura Delizia, Concerto 58 spremuta di nocciola. Ingredienti sono nocciole Piemonte IGP (58%), zucchero, polvere di cacao Ecuador e lecitina di soia OGM FREE. nut-bio-ori Probios, Nuts&Bio Original, crema a base nocciole e cacao. Ingredienti: *zucchero di canna grezzo , *olio di semi di girasole spremuto a freddo , *nocciole , *latte in polvere , *cacao in polvere. *da agricoltura biologica. amaltea ciocoli ciocola Ammanetta, Ciocolì Ciocolà. Ingredienti: zucchero di canna, pasta di nocciole, cacao amaro in polvere, olio di girasole. cremaSpalmabile_Domori Domori, Crema Spalmabile Gianduja. Ingredienti: nocciole del Piemonte IGP 48%; zucchero di canna; cacao in polvere 10/12; burro di cacao; estratto naturale di vaniglia in polvere; lecitina di soia. slurp ki group Ki Group, Slurp, Crema cacao fondente biologica. Ingredienti: *zucchero di canna, *olio di girasole (19,4%), *cacao magro in polvere (16,2%), *farina di soia, *pasta di nocciole, emulsionante: lecitina di soia, aroma naturale. ciocolart crema gianduia Cioccol ART di Chocoleini srl, Crema gianduia, spalmabili di nocciole. Ingredienti: Nocciole Piemonte IGP (50% min.), zucchero di canna, Cacao. melauro crema nocciole cacao bio Melauro, Crema Nocciole e Cacao. Ingredienti: *Nocciole (26%), *zucchero di canna, *olio di semi di girasole, *cacao(9%), *burro di cacao. *Da Agricoltura Biologica. gianduia Cioccolato italiano Cioccolato italiano, Crema Gianduia. Ingredienti: Nocciole Piemonte IGP (39%), Cacao in polvere, Latte in polvere, Zucchero, Emulsionante: Lecitina di soia (OGM free). cacao Cioccolato italiano Cioccolato italiano, Crema Cacao. Ingredienti: Cacao magro in polvere (21%), Nocciole Piemonte IGP, Zucchero, Emulsionante: Lecitina di soia (OGM free). vegana Cioccolato italiano Cioccolato italiano, Crema Vegana Cacao senza zucchero. Ingredienti: Nocciole Piemonte IGP, Cacao in polvere (35%), Burro di cacao, Amido di riso, Stevia (Rebaudioside A purezza min. 95%), Emulsionante: Lecitina di soia (OGM free). equobonita green bio crema cacao nocciole Equobonita Green Bio, Crema con cacao e nocciole. Ingredienti: nocciole (45%)*, zucchero di canna*, cacao magro in polvere* (6%), burro di cacao*. *Ingredienti da agricoltura biologica papa dei boschi cremadinocciole250 Papa dei Boschi, Crema di nocciola, prodotto esclusivamente da Nocciola Piemonte Igp. Ingredienti: Nocciola Piemonte IGP al 55%; zucchero; latte in polvere scremato; cacao magro in polvere; vaniglia bourbon; emulsionante: lecitina di soia senza OGM. logo colle del gusto Il colle del gusto, azienda agricola Conti Anna Maria. Creme spalmabili a base di Nocciole e Cacao. Nelle ricette gli unici grassi presenti sono quelli naturalmente esistenti nelle nocciole e nel cacao con l’aggiunta di Olio Extra Vergine di Oliva. Crema spalmabile nocciola DSC_3917 Bardini Cioccolaterie, Crema spalmabile Nocciola Piemonte Igp. Ingredienti: Pasta di nocciole TGT (56%min), zucchero, cacao in polvere, massa di cacao, olio di nocciola, burro di cacao, lecitina di soia non OGM. barbero crema gianduia Barbero, Crema al gianduia. Ingredienti: Pasta di nocciola 45%, zucchero, latte in polvere, cacao. Emulsionante: lecitina di soia. Può contenere tracce di lecitina di girasole. cuore della granda nocciolata Cuore della Granda, Nocciolata. Ingredienti: cioccolato fondente cacao min. 59% (pasta di cacao, zucchero, burro di cacao, emulsionante lecitina di soia, aromi vaniglia), miele di acacia, pasta di nocciole piemontesi, burro chiarificato. noi crema nocciole cacao Azienda agricola I. Galli, Noi – Crema spalmabile al cacao amaro e alle nocciole. Ingredienti: nocciola tonda gentile della Tuscia*, 30%, cacao in polvere*, zucchero di canna grezzo*, olio extravergine di oliva monovarietale caninese* (*da agricoltura biologica). Allergeni: nocciole, possibili tracce di mandorle. Senza glutine, lattosio, vegana. CHOCOBELLA Fratelli Damiano, Chocobella, Crema spalmabile alle nocciole e cacao senza olio di palma. Ingredienti: zucchero di canna grezzo, pasta di nocciole tostate 19%, cacao in polvere, latte scremato in polvere, olio di semi di girasole, pasta di mandorle pelate tostate. Prodotto certificato BIO, FAIRTRADE. Fratelli Carli Crema nocciole e cacao Fratelli Carli, Crema nocciole e cacao. Ingredienti: Nocciole 36%, olio di oliva 10%, latte magro in polvere, zucchero di canna, cacao in polvere 5%, emulsionante: lecitina di girasole, vaniglia Bourbon. borgodoro vellutata Borgodoro, Vellutata di cioccolato con il 30% di nocciole delle langhe. Ingredienti: zucchero, nocciola, cacao amaro, olio di girasole, latte scremato in polvere, massa di cacao. Emulsionante: lecitina di soia. Estratto naturale di vaniglia. Senza grassi idrogenati. Senza olio di palma. crema spalmabile alla nocciola sodano Sodano, Crema spalmabile alla nocciola. Ingredienti: Zucchero, nocciole (14%), latte in polvere, cacao in polvere, olio di semi di girasole, lecitina di soia TTIP.... L'UE si appresta a firmare due accordi commerciali di vasta portata: una con Canada (accordo CETA = globale economico e commerciale) e uno con gli Stati Uniti (TTIP = Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti). La linea ufficiale è che questo creerà posti di lavoro e aumenterà la crescita economica. Tuttavia, i beneficiari di questi accordi saranno le grandi aziende, non i cittadini: Il regolamento che disciplina i rapporti tra stato e investitori (ISDS) delle aziende canadesi e statunitensi darebbe loro il diritto di citare in giudizio le aziende europee per danni, se ritengono di avere perdite subite a causa di decisioni governative (ad esempio, nuove leggi per la tutela dell'ambiente o dei diritti dei consumatori). Migliorare o anche mantenere i nostri standard per i prodotti alimentari, i diritti dei lavoratori, la tutela dell'ambiente e dei diritti dei consumatori diventerà molto più difficile. La liberalizzazione e la privatizzazione diventerebbero di fatto irreversibili. L'UE ei suoi Stati membri subirebbero pressioni per consentire tecnologie a rischio, come l’uso della fratturazione idraulica per le attività estrattive nel sottosuolo o l’uso degli organismi geneticamente modificati. Il CETA e il TTIP aumenterebbero il potere delle multinazionali a scapito della democrazia e di tutte le persone. Non dobbiamo permettere che questo accada! Sottoscrivi la nostra “Iniziativa Europea”! Da parecchi anni chi scrive si occupa, tra le varie cose, di informazione al consumatore relativa agli ingredienti allergenici. Le regole europee, che hanno preso il via con la direttiva 2003/89/CE, sono state rafforzate e integrate nel regolamento ‘Food Information to Consumers’ (1). Ma la disinformazione regna sovrana, come si evidenzia in questa breve rassegna delle violazioni più frequenti sulle etichette alimentari. Esempi di etichettatura degli alimenti non conforme al reg. UE 1169/2011. La gran parte degli operatori ha provveduto, come prescritto, a evidenziare graficamente gli allergeni rispetto ad altri ingredienti. Trascurando però diversi aspetti cruciali per un informazione coerente alla normativa europea. Alcuni esempi: – ‘farina tipo 00′, ‘farina integrale’. Tali diciture esprimono il grado di raffinazione, ma non anche il cereale o il legume di provenienza che deve invece venire precisato, con evidenza se allergenico (v. punto successivo, senza dimenticare la soia), farine - ‘contiene glutine’, ‘può contenere (cereali contenenti) glutine’. La presenza di glutine è comune a diversi cereali, i quali tuttavia devono venire citati individualmente (grano o frumento, farro, grano khorasan, segale, orzo, avena), poichè a ciascuno di essi può ricollegarsi un’allergia specifica (2). E ciò vale anche nel caso di presenza involontaria, – ‘contiene / può contenere frutta secca con guscio’. Il regolamento 1169 riferisce l’obbligo di evidenziare la presenza di ‘frutta secca con guscio, vale a dire (…)’ (3). Poiché peraltro la frutta con guscio non figura tra gli ingredienti che possono venire designati con la denominazione di tale categoria invece che con la denominazione specifica (4), deve sempre venire specificata ed evidenziata la presenza di ciascuno dei singoli ingredienti. Che si tratti di noci, mandorle, nocciole, pistacchi, arachidi, noci di acagiù (o anacardi), noci di pecan, noci del Brasile, noci macadamia, il riferimento dev’essere rigorosamente puntuale e mai generico, – ‘margarina’, ‘fiocchi (o fecola) di patate’, ‘cioccolato al latte’, ‘aceto balsamico’. Questi e tanti ingredienti composti sono spesso citati senza precisare, come doveroso, i loro singoli componenti. I quali ultimi vanno riportati tra parentesi, in ordine decrescente, con evidenza grafica di quelli allergenici. Fatte sole salve alcune rare ipotesi (5), – ‘prodotto in uno stabilimento ove si lavora anche …’. Il responsabile delle informazioni in etichetta (6) deve garantire una notizia completa ed esatta sull’effettivo contenuto dell’alimento, nell’ambito della lista degli ingredienti. Diciture riferite all’impianto di produzione e ai suoi processi (7), poiché non contemplate dal regolamento sono da intendersi come illegittime (8), – ‘può contenere tracce di …’. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) ha recentemente confermato l’impossibilità di stabilire una soglia di contaminazione da ingredienti allergenici al di sotto della quale sia possibile escludere il rischio di reazioni immuni (9). Riportare ‘tracce di … (ingredienti allergenici)‘ è una comunicazione perciò inidonea a rappresentare la presenza di sostanze nocive ai consumatori vulnerabili, – ‘Allergeni: (…)’. Il regolamento non prevede tale dicitura, il cui utilizzo può indurre il consumatore a credere che il successivo elenco comprenda non solo gli ingredienti di cui in Allegato II (10), ma il più ampio novero di alimenti oggetto di specifiche sensibilità (es. kiwi, ananas, fragole, fave, lievito, nickel, noce moscata e altre spezie, etc.). La squadra di FARE (‘Food & Agriculture Requirements’) é a disposizione delle imprese e delle loro associazioni, delle autorità e degli enti, per attività di formazione e audit, progettazione e revisione etichette, consulenza. Per informazioni e preventivi, scrivere a tech@fare.mail.com. Dario Dongo il fatt alimentare 21-1-16

dai CAMERA COMMERCIO BRESCIA

martedì 19 gennaio 2016

Una straordinaria recensione a CIBONEMICO

Una disciplina sociale… Allarme fascia rossa, un messaggio di salvezza Una voce che fa numero , quella dell'autrice. Una statistica a verbale, un grido fascia rosso, per un mondo che gira all'incontrario. Ere all'avanguardia, epoche all'insegna della tecnologia, della scienza... mentre la terra muore e con essa miriadi di possibili soluzioni per un sovraccarico di povertà e decadenza nel lavoro. Il lavoro più umile e sacro, la ricchezza di una madre natura che accoglie e produce, mentre l'arrivismo diventa carnefice per strazianti e distruttive conseguenze. Un indice di alto allarme sociale e psichico, un arma letale che avvelena i nostri corpi, le nostre menti mentre animi corrotti guardano il portafogli diventando cannibali della loro stessa carne. Territori per accogliere , preziosità per disabili, per profughi allo sbaraglio.. Terra da lavorare, produzioni dirette per salvaguardare l'uomo da spietati avvoltoi! Un libro da prima linea, una terapia d'urto forse anche per tanti ipocondriaci, una battaglia dettata dall'intrinseca responsabilità di essere messaggero di un futuro migliore. Grazie Confidiamo Buon tutto Carolina Manfredini. di Cira Aiello 19 gennaio 201

martedì 12 gennaio 2016

L' ILVA DI TARANTO MORIRE PER LAVORARE grazie ei politici

Good morning Diossina", il caso dell'Ilva di Taranto raccontato da Angelo Bonelli Il portavoce dei Verdi ha ricostruito in un libro gratuito e scaricabile online il disastro ambientale della città pugliese. Nel testo anche documenti inediti che dimostrano le responsabilità della pubblica amministrazione. L'autore: "Guardare a Bilbao e Pittsburgh, esempi di conversioni industriali virtuose" di GIOVANNI CEDRONE Invia per email Stampa 03 marzo 2015 1 "Good morning Diossina", il caso dell'Ilva di Taranto raccontato da Angelo Bonelli Il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli LA TRAGEDIA di una città devastata dall'inquinamento dell'Ilva. Le lotte degli ambientalisti. La storia dell'iter giudiziario ancora in corso. E la speranza per un futuro "green" con tante proposte per la rinascita di Taranto. C'è tutto questo in Good morning diossina, il libro di Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi e consigliere comunale a Taranto, che ha deciso di rendere il testo fruibile gratuitamente online per renderne più capillare la diffusione e far conoscere a più persone possibili la vicenda drammatica dell'inquinamento a Taranto. Un lungo percorso quello degli ambientalisti tarantini, che parte addirittura dal 31 gennaio 1971 quando viene convocata la prima manifestazione ambientalista intitolata "Taranto per un'industrializzazione umana" per arrivare all'esplosione del caso Ilva e all'intervento della magistratura nel 2012. Bonelli ripercorre le tappe più importanti di uno scandalo ambientale i cui effetti sono destinati a trascinarsi per decenni. Una vicenda che vede gravi responsabilità da parte di politici nazionali e locali che nel migliore dei casi hanno fatto finta di ignorare il grido di dolore che proveniva dai tarantini, un comportamento che in realtà spesso celava connivenze inconfessabili. Nel volume sono pubblicati documenti inediti dell'inchiesta "Ambiente svenduto", come la lettera dei carabinieri del Noe del luglio 2012, carte che dimostrano le responsabilità della pubblica amministrazione. LEGGI/GOOD MORNING DIOSSINA, IL LIBRO DI BONELLI SUL CASO TARANTO Il volume è anche l'occasione per mettere ancora una volta nero su bianco i numeri del disastro sanitario ed ambientale che ha colpito la città pugliese: la diossina sprigionata dalla fabbrica ha avvelenato l'aria, i terreni e le acque circostanti facendo aumentare la mortalità infantile (+21% rispetto alla media regionale) e le malattie tumorali nella fascia da 0 a 14 anni, secondo quanto riportato da uno studio dell'Istituto superiore di Sanità, oltre ad un aumento generalizzato delle patologie tumorali con picchi tra gli operai della fabbrica. La diossina è arrivata a contaminare anche il latte e le cozze. Eppure già dal 1991 l'area era stata dichiarata "ad alto rischio ambientale". Scorrendo le pagine appare chiaro come e perché nessun provvedimento concreto sia stato adottato in questi anni e perché ancora una volta sia dovuta intervenire la magistratura, con il sequestro disposto dal Gip Patrizia Todisco nel 2012, per fermare lo scempio in atto. Un impegno, quello di Bonelli, che va avanti da anni e che continua a portare avanti in prima persona anche per dare giustizia "alle tante storie di vita e di dolore" che, come spiega lui stesso nella postfazione, "lo hanno coinvolto emotivamente". Nel libro non c'è solo la denuncia ma è presente anche un'idea di città diversa: un vero e proprio programma per risollevare Taranto e farla diventare "il simbolo di una nuova rinascita dell'economia, dell'innovazione e della modernizzazione". Lei dal 2012 è consigliere comunale a Taranto. Com'è adesso la situazione in città? I cittadini sono soddisfatti della risposta delle istituzioni al loro dramma? Purtroppo vedo una città abbastanza rassegnata. I dati sanitari sono drammatici e il decreto Ilva approvato oggi viene visto con grande diffidenza da tutti tranne che da alcuni gruppi economici che avranno un vantaggio. Osservo una città che non riesce a vedere un futuro diverso come accaduto ad esempio a Bilbao, una città dei Paesi Baschi che aveva una situazione analoga a quella di Taranto. Un polo siderurgico che poi si è avviato alla conversione industriale anche attraverso l'utilizzo di un grande evento come l'Expo. Oggi quella città è una delle più importanti città del mondo dal punto di vista turistico e dal punto di vista dell'esempio della conversione industriale avviata. Taranto potrebbe essere questo e quindi c'è una sorta di rassegnazione nei confronti del governo e del Parlamento perché non si è voluta seguire la strada dell'innovazione e della conversione. Per seguire gli esempi virtuosi di conversione industriale che lei cita nel libro come Bilbao, Pittsburgh e il bacino dell Ruhr, quale sarebbe la prima cosa da fare a Taranto? Innanzitutto applicare il principio "chi inquina paga". Gli italiani devono sapere che il Ministero dell'Ambiente ha rinunciato alla determinazione del danno ambientale previsto dal Codice dell'Ambiente. Normalmente chi inquina dovrebbe pagare: questo vale in tutta Europa ma non in Italia. Chi ha esercitato l'attività siderurgica in quell'area ha provocato, secondo la procura della Repubblica di Taranto, un danno ambientale per 8 miliardi di euro. E' bene ricordare che a 20 km di distanza dal polo siderurgico non si può pascolare perché il terreno è contaminato dalla diossina. Poche settimane fa sono stati abbattuti dei bovini contaminati dalla diossina. Il latte materno delle donne, soprattutto delle donne del quartiere Tamburi, è contaminato dalla diossina. E' una situazione drammatica: rispetto alla media pugliese, a Taranto muore di tumore il 21% in più dei bambini. Questi dati sono peggio di un bollettino di guerra. Bisogna quindi avviare le bonifiche ma avere contestualmente un importante progetto di conversione. Nel libro indico qual è la strada: innanzitutto istituendo una no tax area che possa invogliare tante imprese estere ed italiane ad investire in quell'area, specialmente nel settore dell'innovazione tecnologica, del sapere e del commercio ma anche in tanti altri settori e attraverso la rigenerazione urbana. In sintesi si tratta di ricostruire un'altra città se pensiamo che solo la superficie del siderurgico è più grande della superficie della città. Il siderurgico occupa oltre 15mila ettari, una superficie immensa. Lei crede che la ricoversione possa garantire il posto di lavoro ai circa 16mila dipendenti del polo industriale? Innanzitutto non sono 16mila dipendenti: sono 11800 e in più 2500-3000 di indotto. E' bene chiarire perché sono arrivati anche a dire qualche tempo fa che ce n'erano 50mila. Al di là di questo dobbiamo guardare ai dati macroeconomici della città di Taranto: sono i più drammatici di tutta Italia. Questo sta ad indicare che l'Ilva di Taranto non ha dato alcuna risposta ad un problema grave come la disoccupazione che raggiunge quasi il 50% in città. E' un fatto incredibile che fa pensare quanto sia necessario un processo di rilancio economico che utilizzi le varie infrastrutture come il porto che può diventare un porto turistico. Taranto era la capitale della Magna Grecia, bisogna rilanciarla. Ad un certo punto a Taranto sembrava che si dovesse scegliere tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Come si può superare questa dicotomia a Taranto? Come Verdi siamo sempre stati accusati di essere quelli che denunciano. La nostra denuncia è sacrosanta, noi ci siamo costituiti parte civile nel processo. Lo sforzo che noi abbiamo fatto è stato quello di indicare una strada: siamo andati a studiare quello che è accaduto a Bilbao, io personalmente sono andato a parlare con l'amministrazione di Bilbao e ho parlato, attraverso un fitto scambio di email, anche con l'amministrazione di Pittsburgh negli Stati Uniti. Pittsburgh produceva 35 anni fa il 50% dell'acciaio di tutti gli Stati Uniti d'America e anche lì hanno deciso questa radicale conversione. Oggi Pittsburgh è la città del sapere, delle biotecnologie, delle università. Io penso che anche a Taranto si possa fare una cosa analoga garantendo ovviamente il diritto alla salute ma anche rilanciando. Oggi a Taranto chi dice che il diritto al lavoro è garantito dice una grande menzogna perché di fronte al 47% di disoccupazione sfido chiunque a dire che il diritto al lavoro è garantito. E' stato garantito il diritto ad inquinare e, come dicono i dati della Procura, il diritto ad uccidere i figli degli operai e gli operai stessi. Le corsie degli ospedali di Taranto non sono più in grado di curare le persone che si ammalano, vanno in un pellegrinaggio triste e doloroso fuori dalla propria città a farsi curare e a volte purtroppo anche a morire. Lo scandalo dell'Ilva non sarebbe stato possibile se non ci fossero state complicità a tutti i livelli, dal sindacato alla politica. Nel libro lei non risparmia critiche all'amministrazione regionale. Dal punto di vista politico quali errori ha commesso il presidente Vendola? Io credo che da parte del presidente Vendola non ci sia stato coraggio di applicare le leggi che lui stesso aveva voluto. Le leggi sulla diossina e le leggi sul benzopirene sono state di fatto disapplicate. Non c'è stato mai un monitoraggio in continuo. Non si è voluta fare un'indagine epidemiologica, cosa che ha fatto la Procura. La procura della Repubblica di Taranto ha fatto ciò che dovevano fare le istituzioni a partire da quella regionale. L'errore è stata l'assenza di una proposta che consentisse a Taranto di uscire fuori dalla monocultura dell'acciaio, di passare in sintesi da una economia della diossina a un'economia della vita. Un presidente di Regione deve ambire ad avere quest'obiettivo. Il caso di Taranto è il più clamoroso degli ultimi anni ma non è certo l'unico di questo tipo. Nel libro lei cita altri esempi simili come Priolo e Gela. Cosa si può fare per evitare che simili situazione possano ripetersi? L'Italia è un Paese che ha il più alto livello di procedura di infrazione dal punto di vista ambientale perché mancano i controllano ambientali. La vicenda di Taranto indica che politiche corruttive e concussive sono alla base dei disastri ambientali perché quando non si fanno i controlli ambientali si consente a questi grossi gruppi industriali di poter inquinare fino a realizzare il massimo profitto. Nessuno è contro il profitto ma questo deve avvenire nel rispetto delle leggi ambientali del nostro Paese. Purtroppo noi vediamo invece, dalla Caffaro al petrolchimico di Priolo, a Gela, alla Valle del Sacco fino alla Terra dei Fuochi all'assenza dei controlli ambientali. Quando non c'è il controllo ambientale non c'è il sanzionamento e accade quello che accade da decenni in Italia. Il gruppo Riva è andato a costruire le acciaierie anche in Germania ma lì gli hanno imposto le regole di quel Paese e le hanno rispettate perché ci sono i controlli. E' questa la grande amarezza che fa sorgere una forte arrabbiatura perché l'assenza dei controlli ambientali ha provocato inquinamento e morte, ci sono bambini che muoiono, donne disperate, famiglie distrutte dall'inquinamento in quella città.

lunedì 11 gennaio 2016

Blogger CIBO NEMICO

http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/219429/blogger-cibo-nemico/

sabato 9 gennaio 2016

TTIP nascosto dove? ALLA FARNESINA!!!

Blitz del MoVimento 5 Stelle alla Farnesina per verificare se il testo del Ttip, l'accordo di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea, è realmente disponibile per parlamentari e cittadini. La Commissaria Ue, Cecilia Malmstrom, che tiene le fila dei negoziati nella totale segretezza, lo scorso 26 novembre durante un'audizione in diretta streaming con alcuni parlamentari, aveva infatti promesso che entro due settimane una copia del Ttip, sarebbe arrivata in una 'sala di lettura' presso la sede del ministero degli Esteri di ogni paese europeo. Da allora è passato quasi un mese ma alla Farnesina non v'è traccia né del Ttip né di questa fantomatica sala di lettura. Eppure solo qualche giorno fa in Ufficio di Presidenza della Commissione Agricoltura alla Camera era stata confermata la disponibilità di questi documenti al punto da prevedere a gennaio una missione di tutta la Commissione presso la sede del ministero per poterli consultare. Abbiamo quindi sollecitato il Governo a tirarli fuori subito e, non avendo avuto risposta, siamo andati a verificare di persona smascherando così in un colpo solo le bugie della Malmstrom e il totale disinteressamento dell'Esecutivo. La nostra azione non si è fermata al blitz di ieri sera. Oggi abbiamo depositato un'interrogazione al Governo, per chiedere, tra le altre cose, quali iniziative abbia intrapreso per ottenere al più presto il testo del Ttip, quali azioni intenda adottare per consentire l'accesso ai documenti e in che modo sarà possibile per i parlamentari condividerne i contenuti con i cittadini. Non solo. Abbiamo scritto direttamente alla Commissaria Malmstrom per chiederle conto della sua promessa affinché i parlamentari e, l'opinione pubblica tutta, possano conoscere il contenuto del Ttip, un accordo che rischia di rivedere al ribasso gli standard europei di sicurezza alimentare e che permetterà ad una multinazionale di fare causa ad uno Stato se questo fa una legge che va contro i suoi interessi economici. Insomma un vero e proprio pericolo per la sovranità nazionale e la democrazia. Forse è proprio per questo che non ci vogliono far sapere cosa accadrà dopo il Ttip. Aiutateci a difendere il diritto all'informazione e alla partecipazione democratica. Scrivete anche voi, utilizzando il form qui sotto, alla Commissaria Malmstrom per chiederle di farci leggere al più presto il testo del Ttip in Italia. Nome: Email: Messaggio: Gentile Commissario Malmström, lo scorso 26 novembre durante la Sua audizione con alcuni membri del Parlamento Italiano, Lei ha dichiarato che entro due settimane presso la sede del Ministero degli Esteri di ogni Paese dell'Unione Europea sarebbe stata disponibile per tutti i parlamentari una sala di lettura con i documenti sul Ttip. È ormai passato molto più tempo di due settimane e, almeno in Italia, non c'è alcuna traccia né della sala di lettura né del testo del Ttip. Le scrivo proprio per chiederLe: - se i documenti sul Ttip sono stati inviati in Italia e precisamente a quale ufficio - quando e in che modalità potranno essere consultati - se potranno leggerli solo i parlamentari o anche i cittadini Commissario Malmstrom, Le chiedo infine di essere informato/a al più presto sul contenuto del Ttip e di darmi la possibilità di consultarne il testo direttamente. È un mio diritto, oltre che un mio dovere, partecipare ai processi decisionali dell'Italia e dell'Europa. Attendo una Sua risposta. Cordiali saluti user-pic Scritto da Webmaster pubblicato il 22.12.15 15:01 Avvertenze da leggere prima di intervenire su questo blog Ultime notizie L.stabilità: su Imu governo risarcisca agricoltori Agricoltura-nov25.jpg Agricoltura, Troppi sprechi sul gasolio, avviare un'indagine conoscitiva trattore 3.jpg Sanità: governo piazza norma per gli IRCCS in odor di marchetta rssen.jpg In stabilità più risorse per sicurezza cittadini grazie a M5S antiproiettili.jpg News Commissioni Difesa A rischio pensioni militari in Banca Marche, governo risponda banca-delle-marche.jpg Lavoro Telecom "chiagn'e fotti": dividendi ai soci e solidarietà coperta dall'Inps Telecom-non-vende-TimBrasil.jpeg Difesa Italia in guerra nel silenzio, no a un'altra Nassiriya soldati italiani 2-3.jpg Agricoltura Imu agricola, il Tar del Lazio solleva l'incostituzionalità della tassa Thumbnail image for Thumbnail image for Thumbnail image for imu-terreni-765x510.jpg Comunicazione, lavori pubblici e trasporti Pignoramento conti, salvato (per ora) il Mit infrastrutture_ministero_sede_adn.jpg

giovedì 7 gennaio 2016

Cornetti al miele con sostanze tossiche

Cibo nemico ? Ma no, ci mangiamo un bel cornetto? I cibi che mangiamo, quelli confezionati nelle industrie, sono pericolosi per la nostra salute, lo sappiamo.Da una trasmissione di Report, premio Nobel per la ricerca della verità sui cibi che mangiamo, apprendiamo che il dott. Guido Perin , Ecotossicologo all’ Università di Venezia, dichiara che Il palmisto, che contiene l’82% di acidi grassi saturi, è fra i peggiori alimenti dal punto di vista del rischio di cardiopatie, nel senso che chi mangia questi cornetti, sicuramente è una persona che entra in fascia di rischio. Cornetti? Si proprio loro, molti di noi al mattino si consola il palato nel gustrarli, magari in autogrill , ma mangiamo veleno. Sono i famosi cornetti ai cereali al miele, che non contengono affato miele, ma solo sostanze nocive alla salute, come i grassi saturi pericolosi per il cuore, ma nessuno controlla.Cosa contiene questo cornetto? Contiene sciroppo di glucosio, poi c’è il fruttosio, poi c’è l’acqua, i grassi vegetali, l’olio di palma, lo zucchero. Poi c’è miele. Eccolo qua finalmente arriva : 8% di miele che non è miele 100%, come scritto sulla confezione, tanto la pratica industriale scorretta è permessa dall’ Unione europea che già col TTIP cerca e desidera le tossine nei cibi. Ricordiamo ai consumatori che l’8 per cento della sostanza equivale all’ 1,1% sul prodotto finito. Quindi c’è l’odore di miele, diciamo. E il palmisto? Il palmisto è dentro questa farcitura alla crema insieme ad altri olii con grassi saturi.

BEFFA OMBRINA MARE le trivellazioni in ADRIATICO si faranno nel 2017

Concessione di coltivazione idrocarburi liquidi e gassosi "d30B.C-MD" - Progetto di coltivazione del giacimento Ombrina Mare Informazioni generali Opera: Concessione di coltivazione idrocarburi d30 B.C-MD Progetto: Concessione di coltivazione idrocarburi liquidi e gassosi "d30B.C-MD" - Progetto di coltivazione del giacimento Ombrina Mare Descrizione: Il progetto di coltivazione del giacimento di idrocarburi Ombrina Mare nell'ambito della concessione di coltivazione d30 B.C.-MD, prevede la perforazione di 4-6 pozzi, la realizzazione di un serbatoio FPSO galleggiante per il trattamento e lo stoccaggio della produzione di olio, di una piattaforma OMB-A di produzione di gas ed olio, di una sealine per i trasferimenti tra la piattaforma OMB-A ed il serbatoio FSPO e di una sealine per il trasferimento del gas dalla piattaforma OMB-A alla piattaforma esistente Santo Stefano Mare 9. Proponente: Rockhopper Italia Ldt Tipologia di opera: Coltivazione idrocarburi Sito Web di interesse: Procedura integrata VIA-AIA: documentazione AIA Scadenza presentazione osservazioni: 29/07/2014 mail Territori ed aree marine Vai alla localizzazione Regioni: Abruzzo Province: Chieti Comuni: Nessun comune Aree marine: Mar Adriatico Centrale Medoilgas Italia SpA, società interamente controllata da Rockhopper Exploration Plc, attiva nell'esplorazione e nella produzione di idrocarburi liquidi e gassosi, ha cambiato la sua ragione sociale in Rockhopper Italia SpA. La decisione è stata assunta dall'assemblea degli azionisti della società dopo la recente acquisizione del Gruppo Mediterranean Oil & gas Plc (che deteneva il controllo di Medoilgas Italia SpA). Parallelamente anche la società Medoilgas Civita Ltd ha cambiato la sua ragione sociale in Rockhopper Civita Ltd. «Si apre una nuova fase - ha detto l'Amministratore Delegato di Rockhopper Italia, Sergio Morandi -. Guardiamo al futuro con la fiducia di chi opera con rigore e correttezza e con l'energia di chi è convinto di lavorare non solo nell'interesse della propria azienda ma anche nell'interesse strategico del Paese». Samuel Moody Ceo di Rockhopper Exploration e Presidente di Rockhopper Italia ha dichiarato: «Con questa operazione abbiamo voluto uniformare l'identità di marchio del Gruppo e sottolineare l'importanza che l'Italia oggi riveste per Rockhopper Exploration. L'Italia può trarre grandi vantaggi dalle proprie risorse di idrocarburi, tra le più importanti in Europa e ancora in larga parte poco sfruttate. Gli importanti investimenti che Rockhopper intende sviluppare in Italia saranno improntati alla sicurezza e alla tutela ambientale e saranno in grado di generare importanti risorse per lo sviluppo economico dei territori Con un blitz nella Base Operativa di Foggia della ex Medoilgas Italia (oggi denominata Rockhopper Italia SpA), l’ad Sergio Morandi ha decretato la chiusura del sito collocato a Foggia al Km 1,200 sulla strada provinciale 105 (via Ascoli Satriano). Ai dipendenti, alcuni con anzianità di servizio anche prossima ai 20 anni, altri con invalidità civile, sono state consegnate lettere di licenziamento e trasferimento per sedi lontane oltre 200 Km. "Azione che si è concretizzata con una tempistica record - commentano con rammarico dalla Femca Cisl -: in un'ora, dipendenti cacciati via e cancelli chiusi. L'ad ha eluso volontariamente tutte le buone regole delle relazioni industriali. Eludendo alcune comunicazioni dovute ed il confronto con l’organizzazione sindacale pur presente nell’azienda con suoi iscritti. Oltre tutto, un confronto sindacale avrebbe potuto porre in essere condizioni di fuori uscita dei lavoratori attraverso i consueti canali messi a disposizione dai cosiddetti ammortizzatori sociali. Da un'azienda di tale portata, che trova interessi a livello mondiale, certo non ci si aspetta un atteggiamento così frenetico e poco riguardevole nei confronti di un territorio al quale chiede di svolgere attività estrattive di ottimo interesse remunerativo". La presenza produttiva in provincia di Foggia di quest’azienda risale agli anni 60. Malgrado la chiusura degli uffici e i trasferimenti messi in atto, continuerà ad esercitare la sua attività nel settore energetico estrattivo nella provincia di Foggia, dove detiene titoli minerari ancora in essere ed altri in procinto di sviluppo. "Una realtà imprenditoriale impegnata fortemente nelle nostre istituzioni comunali, provinciali, regionali e governative evidentemente per presentare piani attuativi ed ottenere le dovute autorizzazioni per possibili trivellazioni. La sua attività su questo territorio produce lavoro terziarizzato e occupazione diretta. Ma intanto chiude gli uffici di Foggia. La ex Medoilgas ha titoli di idrocarburi nei territori comunali della provincia di Foggia. In particolare, nell'agro del capoluogo ed è in attesa di avere autorizzazione definitiva dagli Enti locali e provinciali per la perforazione di un pozzo per estrazione di idrocarburi in zona residenziale Salice (Pozzo Masseria Conca, già Masseria Sipari, ricadente nella Concessione Torrente Celone). La prova è arrivata l’ultimo giorno dell’anno con la pubblicazione dell’ultimo ‘Bollettino Idrocarburi’ del 2015. E’ lì la verità del governo Renzi sulla controversa questione delle trivellazioni petrolifere. E per il comitato No Triv sta lì la conferma del sospetto che in fondo hanno sempre nutrito: le mosse del governo intorno alla legge di stabilità volte a modificare la normativa sui nuovi permessi di ricerca ed estrazione avevano un unico obiettivo. Vale a dire: “Evitare il referendum no trivelle chiesto da dieci regioni e da un fronte largo di associazioni, partiti, cittadini”, ci dice il costituzionalista Enzo Di Salvatore che ha elaborato i sei quesiti sui quali la Corte Costituzionale si pronuncerà il 13 gennaio. Il punto è che il ‘Bollettino Idrocarburi’, 175 pagine pubblicate il 31 dicembre, annuncia sì la sospensione dei permessi di ricerca nel Mare Adriatico, nella zona denominata ‘Ombrina mare’ oggetto di numerose proteste. Ma la sospensione dura solo un anno. Ed è comunque legata al rilascio dell’ultima concessione governativa. Ecco il testo nel quale il governo decreta: 1. La sospensione del decorso temporale del permesso di ricerca “B.R269.GC”, di cui è titolare la società ROCKHOPPER ITALIA S.p.A. (c.f. n. 08344911006), con sede in Roma, via Cornelia, 498 (c.a.p. 00166), è prorogata a decorrere dal 1 gennaio 2016 e fino alla data dell’eventuale conferimento della concessione di coltivazione di idrocarburi a mare di cui all’istanza “d 30 B.C-.MD” e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2016. Tra le premesse della decisione, anche la scelta della stessa Rockhopper Italia di sospendere la ricerca in attesa dell’ultima concessione, ancora non rilasciata. VISTA la nota della Società ROCKHOPPER ITALIA S.p.A. in data 27 novembre 2015 prot. RKHITA/310.2015/Sem, con la quale, tra l’altro, ha chiesto di disporre in tempo utile una ulteriore sospensione temporale del permesso di ricerca “B.R269.GC”: “- almeno fino a quando non sarà definitivamente concluso il procedimento in itinere finalizzato al conferimento della concessione di coltivazione di idrocarburi in mare di cui all’istanza “d 30 B.C-.MD” con l’emanazione del Decreto di conferimento da parte di codesto Ministero; - ed anche al fine di permettere alla società Rockhopper di provvedere alla manutenzione ed alla sicurezza del pozzo Ombrina Mare 2 dir completato per la produzione di olio e della piattaforma temporanea esistente installata a supporto della testa pozzo.”; CONSIDERATO che il provvedimento finale relativo al procedimento inerente l’istanza di conferimento della concessione di idrocarburi “d 30 B.C-.MD” non è stato ancora adottato… Tuttavia nello stesso Bollettino viene assegnato un altro permesso di ricerca idrocarburi e gas sempre nel Mare Adriatico al largo dell’Abruzzo per la durata di 6 anni. Questa volta se ne occuperà la Società Petroceltic Elsa S.r.l. DECRETI DI CONFERIMENTO NUMERO DI PUBBLICAZIONE: 176. Conferimento del permesso di ricerca «B.R274.EL» alla Società Petroceltic Italia S.r.l. (…) VISTA l’istanza presentata in data 31 ottobre 2006, con la quale la Società Petroceltic Elsa S.r.l., ha chiesto il rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, denominato convenzionalmente «d494B.R-.EL», ricadente nel Mare Adriatico (zona “B”) di km2 317,093; VISTA l’istanza presentata in data 31 ottobre 2006, con la quale la Società Petroceltic Elsa S.r.l., ha chiesto il rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, denominato convenzionalmente «d497B.R-.EL», ricadente nel Mare Adriatico (zona “B”) di km2 412,18; VISTA l’istanza presentata in data 31 ottobre 2006, con la quale la Società Petroceltic Elsa S.r.l., ha chiesto il rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, denominato convenzionalmente «d498B.R-.EL», ricadente nel Mare Adriatico (zona “B”) di km2 533,646; (…) D E C R E T A: Art. 1. (Conferimento del permesso di ricerca) 1. Ai sensi del combinato disposto dell’art. 8, comma 1, del D.P.R. 18 aprile 1994, n. 484, dell’art. 6, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 9 e dell’art. 1, comma 79) della legge 23 agosto 2004, n. 239 e successive modifiche alla Società PETROCELTIC ITALIA S.R.L., (c.f. n. 08662141004), con sede legale Roma, Via Paola n. 24, int. 7, (C.a.p. 00186), è conferito per la durata di anni sei, a decorrere dalla data del presente decreto, il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi convenzionalmente denominato «B.R274.EL », ricadente nel Mar Adriatico (Zona B). "È evidente che il vero obiettivo del governo è evitare il referendum e successivamente tornare a modificare la normativa sia per 'Ombrina mare' sia per un nuovo permesso che è stato rilasciato sempre per attività di ricerca di fronte alla costa abruzzese”, insiste Di Salvatore, mentre, insieme ad altri colleghi prepara una memoria in vista della sentenza della Corte Costituzionale sul referendum la prossima settimana. “La prova che non si vogliano chiudere i procedimenti è data proprio dal fatto che sia stato rilasciato un nuovo permesso di ricerca, in parte interferente con il limite delle 12 miglia. A cosa serve rilasciare un permesso entro il 31 dicembre se dal primo gennaio entra in vigore il divieto e non si può rilasciare la successiva concessione?”. "Durante l'approvazione della legge di stabilità abbiamo denunciato il tentativo del governo di cancellare i referendum sulle trivellazioni petrolifere per continuare ad estrarre greggio in mare anche entro le 12 miglia dalla costa", dicono i deputati di 'Alternativa libera - Possibile' Marco Baldassarre e Pippo Civati, sollecitando nuovamente i presidenti delle Regioni che hanno appoggiato i referendum contro le Trivellazioni petrolifere a "impugnare la legge di stabilità davanti alla Corte costituzionale perché il caso di 'Ombrina mare' è solo il primo atto di sabotaggio della volontà referendaria da parte dell'Esecutivo". E aggiungono: "Il presidente della commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti, nei giorni scorsi hanno detto che l'impianto di Ombrina Mare non sarebbe stato realizzato grazie alle norme introdotte con la legge di stabilità, ma è falso e ora ci sono le prove". Parola alla Consulta. Altro: Petrolio Política No Triv Matteo Renzi Ombrina Mare Referendum Trivelle RAVENNA. «Le prescrizioni della commissione Via non mi fanno paura, piuttosto temo sempre la politica. Ma sappia questa politica che se dovesse prendere ulteriori decisioni pregiudizievoli nei confronti del nostro progetto, noi saremo costretti ad avviare la causa di risarcimento per cento milioni di euro». Sergio Morandi è ormai un volto noto in Abruzzo: è lui “Mr Ombrina”, l’amministratore delegato e direttore generale della Rockopper Italia, la società titolare della concessione petrolifera a 6 chilometri al largo della Costa dei trabocchi. Lo incontriamo nello stand che Rockopper ha nella Omc, la “fiera delle trivelle” che si conclude oggi a Ravenna. Morandi si accomoda sull’ok che la Commissione Via (valutazione di impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente ha dato al progetto a patto che sia osservata una serie di prescrizioni. Quali? «Nulla di preoccupante, si tratta di monitoraggi nell’ambito della produzione, di osservazioni già comprese nell’autorizzazione dell’Aia sulle emissioni nell’atmosfera e sul rischio della subsidenza. Tutto previsto e superato nei nostri collaudi». Allora, per Ombrina è fatta? «No, sento che il traguardo si avvicina, ma non vedo la linea da tagliare. Temo che la politica possa prendere decisioni... politiche contro il progetto. Al di là dunque della validità tecnica e ambientale che ci ha riconosciuto il Comitato Via. Ombrina è a questo punto una questione di credibilità dell’Italia intera». Spieghi che cosa teme che possa succedere. «Che, ad esempio, dopo 7 anni e 25 milioni già investiti, uno tra ministero dell’Ambiente e del Turismo possa esprimere parere negativo malgrado la Via. Non è mai successo in 50 anni, sarebbe clamoroso. I ministeri devono solo recepire il parere Via e applicare le leggi, non possono avere un comportamento opposto. Così come penso debba fare il Mise, il ministero dello Sviluppo, al quale spetta l’ultima parola». Intanto il Mise si è dichiarato favorevole alla depenalizzione della tecnica dell’airgun: voi la applicherete? «Noi abbiamo già fatto airgun nelle operazioni di ricerca. Non dobbiamo farne altro. Ma guardi che è così che si fa in tutto il mondo, solo in Italia vogliono punirlo. Sarebbe uno smacco totale». La vicinanza dell’impianto alla costa resta il problema più grande: siete disposti ad allontanare almeno la nave cisterna? «Certo, ma dipende se ci danno l’autorizzazione a potarla oltre la superficie della concessione. Tenga conto che noi avremmo potuto anche rinunciaci e trasportare quindi il petrolio direttamente a terra. Ma con la nave, sulla quale il greggio sarà depurato dall’acido solfidrico e dall’acqua, eviteremo il traffico delle petroliere molto più rischioso per l’ambiente». Già, ma gli scarti della lavorazione dove finiranno? «L’acqua sarà stoccata e trasportata con una bettolina in Puglia per essere trattata. Lo zolfo siamo pronti a regalarlo agli agricoltori per le loro attività. Purtroppo per loro però sarà poco: al massimo un sacchetto di 20 chili al giorno». La nave è equiparabile a un Centro oli? «Se per Centro oli si intende un posto dove il petrolio viene “pulito” e stoccato, sì. L’importante è che non si diffondino dati sballati come fanno gli ambientalisti. Perché, mi creda, è stato calcolato che Ombrina alla fine non inquinerà più di un’auto che percorre per 15 km la statale Adriatica».(a.mo.)

CORNETTI AL MIELE? TOSSICI e ben confezionati per voi.

“UN CORNETTO AL GIORNO” di Bernardo Iovene DONNA 1 Cioccolata bianca in assoluto. UOMO 1 Tutte le mattine, sì. Questo con la crema. UOMO 2 Io di solito mangio quello semplice. DIANA CORATI Tu quale prendi? UOMO 2 Quello integrale con il miele. BARISTA Ultimamente devo dire che comunque anche l’integrale, cereali, quelle cosi lì abbastanza diciamo salutiste, diciamo così, sono abbastanza apprezzate e ricercate, sì. Cornetto con cereali... BERNARDO IOVENE Eccolo qui, cereali. Leggiamo... BARISTA Tutto? BERNARDO IOVENE Dai, dai, dimmi, dimmi. BARISTA Ingredienti: farina di frumento, margarina. Leggo anche cos’è la margarina: grasso vegetale di palma parzialmente idrogenato. Acqua. Olio vegetale di girasole. Correttore di acidità. Acido citrico E330. Citrati di sodio. E 331. Monodigliceridi degli acidi grassi. Aromi. Conservante: sorbato di potassio. Colorante. Sì ma ragazzi io non voglio vedermi in tv, dov’è che lo mettete sto video? No perché, c’è... BERNARDO IOVENE Non è proprio salutare-salutare! BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Anche in Autogrill, dove vendono 40 milioni di brioches all’anno, hanno pensato alla nostra salute. Una brioche naturale cereali e miele 100%. BERNARDO IOVENE Quella più naturale che avete qual è? BARISTA AUTOGRILL La più naturale è il miele. BERNARDO IOVENE 1 C’è il miele dentro? BARISTA AUTOGRILL C’è il miele ed è buonissima. BERNARDO IOVENE Buonissimo? Miele, miele 100%? BARISTA AUTOGRILL Miele 100% di acacia. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Nel loro libro degli ingredienti troviamo una trasparenza assoluta. La brioche cereali e miele è fatta con farina di frumento. Margarina vegetale composta di grasso vegetale. Olio di palma. Olio di colza. Ancora palma. Girasole. Emulsionanti. Acidificanti. Aromi, coloranti e preparato di miele. BERNARDO IOVENE Quel preparato che noi pensiamo è miele, invece c’è l’1% di miele. GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 L’1%... BERNARDO IOVENE E tutto il resto cos’è? GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 Tutto il resto sono quello che c’è scritto qua: sciroppo di glucosio, fruttosio, acqua e grassi vegetali. Se vogliamo praticamente... BERNARDO IOVENE Palma che vuol dire? BERNARDO IOVENE È l’olio di palma. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Vediamo i cereali. GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 È una farina leggermente camuffata. BERNARDO IOVENE Perché camuffata? GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 È camuffata perché poi in realtà noi abbiamo scritto farina di frumento. Poi ci troviamo con crusca di frumento termo trattata. Noi non facciamo altro che mangiarci una crema di margarina, con un aroma al miele all’1%. Perciò è solamente un profumo al miele. BERNARDO IOVENE E si può chiamare brioche al miele? 2 GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 Per la legge italiana noi possiamo dargli questa denominazione. Questa è la brioche al miele. BERNARDO IOVENE Tutta questa sostanza che c’è qua è miele? GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 È miele. Miele di Sulla. BERNARDO IOVENE E al posto di questa enciclopedia di ingredienti, l’etichetta della brioche di Gino Fabbri è di un rigo e mezzo. GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 Farina 0. Il burro. La farina integrale. Latte, zucchero, il miele di Sulla della Val di Non, latte in polvere e del sale. MILENA GABANELLI IN STUDIO Mi sento già piena, torniamo fra qualche minuto. PUBBLICITÀ MILENA GABANELLI IN STUDIO Allora. Siamo alla nostra rubrica sul cibo. Ingrassare il pianeta, con Sabrina e Bernardo a ingolfarsi di brioches. SABRINA GIANNINI Il punto è che, essendo prodotti sfusi, come possiamo noi conoscere gli ingredienti? È quello che succede anche per il gelato artigianale che il più delle volte è la miscelazione di prodotti e preparati dall’industria e miscelati dal gelataio. Quando non troviamo gli ingredienti esposti, possiamo però chiedere all’esercente di mostrarci il così detto cartello unico. Perché unico? Perché unisce tutti gli ingredienti, ma non di un singolo prodotto. Ma di tutti quelli in vendita. Quindi noi non possiamo capire cosa c’è veramente per esempio, in un cornetto cereali al miele. Questo è il regolamento europeo. Il nostro Stato avrebbe potuto anche renderlo più stringente, per ora non l’ha fatto. Negando però un diritto che è quello del consumatore di capire all’istante, se sta mangiando un prodotto tradizionale di pasticceria oppure un prodotto che contiene grassi vegetali e additivi. Quelli generalmente prodotti dall’industrie dolciarie. E a tredici industrie dolciarie che producono esclusivamente cornetti è stato chiesto di filmare all’interno, al momento della produzione. E tutte e tredici hanno detto no a Bernardo Iovene. BARISTA 1 Crema, integrali, integrali con il miele. BARISTA 2 Vanno molto quelli integrali. Integrali, cereali, e al miele. BERNARDO IOVENE Voi ci dite che qua dentro c’è il miele? 3 NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL Assolutamente. BERNARDO IOVENE C’è miele? 100% miele? NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL Assolutamente. Può prendere il cartello ingredienti e controllare. BERNARDO IOVENE Però qui io leggo preparato al miele. Che cosa vuol dire? NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL È miele. BERNARDO IOVENE Che è uno sciroppo di glucosio, poi c’è il fruttosio, poi c’è l’acqua. Poi ci sono i grassi vegetali. C’è l’olio di palma. Zucchero. Poi c’è un miele. Eccolo qua. Finalmente arriva 8%. Quindi non è miele 100%. NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL L’8% è miele. BERNARDO IOVENE L’8 per cento... Della sostanza. NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL Mettere dentro solo miele... BERNARDO IOVENE Di cui 1,1% sul prodotto finito. Quindi c’è l’odore di miele, diciamo. È un preparato. Lei ha capito che cos’è questa sostanza che c’è qui dentro? NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL L’8% è miele. Non potremmo mettere solo miele dentro nella brioche. Perché il miele da solo andrebbe evidentemente a.. BERNARDO IOVENE No, dico, l’8% di questa sostanza, non della brioche. L’1% è miele. Ma l’8% di questa sostanza che io consumatore penso sia miele, non è miele, è un preparato al miele. NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL Io consumatore leggo esattamente la percentuale di miele che c’è in questa brioche. BERNARDO IOVENE Però se io chiedo... NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL Noi abbiamo scelto... BERNARDO IOVENE 4 Se io chiedo... gliel’ho chiesto prima a lei... Ho detto “secondo lei c’è il miele 100%”, lei mi ha risposto di sì. NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL C’è il miele al 100%... BERNARDO IOVENE Se io lo chiedo al bancone mi dicono tutti così. Cioè, guardi che insomma, lo abbiamo già chiesto. NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL Al bancone l’operatore le dice, guardi sul cartellino, c’è anche la percentuale di miele. BERNARDO IOVENE C’è il miele al 100%? NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL L’8% è il 100% miele. Io ho un 8% di miele. È miele ottenuto dalle api. Ok? BERNARDO IOVENE Lei dice che è miele al 100%. NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL L’8% è miele. BERNARDO IOVENE Però questo 8% di miele è contenuto in una sostanza che voi passate per miele e che invece è un preparato dove dentro c’è di tutto di più. Dall’olio di palma, la margarina.. NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL Allora, innanzitutto... Allora nessuna sostanza presente in quella brioche è una sostanza che non sia salutare o a norma. BERNARDO IOVENE Salutare possiamo discutere. NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL No, no. Anche salutare. Non esiste sostanza da demonizzare fatti salvi i veleni. Queste sostanze, dipende poi dalla quantità con cui vengono assunte, e dal bilanciamento di queste sostanza. BERNARDO IOVENE Lei quindi consiglierebbe a suo figlio di mangiarla tutti i giorni questa brioche? NICOLA CARAMASCHI – DIRETTORE QUALITÀ E SICUREZZA AUTOGRILL Assolutamente, assolutamente. GIODO PERIN – ECOTOSSICOLOGO UNIVERSITÀ VENEZIA Questo in particolare, dove lo ha preso questo qua? BERNARDO IOVENE Questo qui è brioche a crema. 5 GUIDO PERIN – ECOTOSSICOLOGO UNIVERSITÀ VENEZIA Autostrada? BERNARDO IOVENE Autogrill, autogrill. GUIDO PERIN – ECOTOSSICOLOGO UNIVERSITÀ VENEZIA Ah, allora proprio... BERNARDO IOVENE È particolare? GUIDO PERIN – ECOTOSSICOLOGO UNIVERSITÀ VENEZIA C’ha tutto dentro. Ha i palmisti. C’hanno proprio l’olio di palma, il grasso di palmisto. Cioè quello che ha la quantità, in termini di grassi saturi, di rischio soprattutto per la popolazione giovane, il maggior quantitativo di tutti gli olii. BERNARDO IOVENE Di tutti gli olii? GUIDO PERIN – ECOTOSSICOLOGO UNIVERSITÀ VENEZIA Sì! BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Il palmisto è dentro questa farcitura alla crema insieme ad altri olii con grassi saturi. E a stabilizzante, conservante, colorante etc etc... Il professor Perin e il professor Conti che studiano proprio i grassi saturi negli olii, sono preoccupati. BERNARDO IOVENE E lei non lo aveva mai visto in una lista ingredienti? GUIDO PERIN – ECOTOSSICOLOGO UNIVERSITÀ VENEZIA È la prima volta che lo vedo. È la prima volta che lo vedo e questo effettivamente mi preoccupa parecchio. GIORGIO CONTI – PIANIFICAZIONE AMBIENTALE UNIVERSITÀ DI VENEZIA Il palmisto è questo, come dice il professor Perin. BERNARDO IOVENE È il nocciolo. GIORGIO CONTI – PIANIFICAZIONE AMBIENTALE UNIVERSITÀ DI VENEZIA Il nocciolo che di solito non viene adoperato con la stessa frequenza della palma. GUIDO PERIN – ECOTOSSICOLOGO UNIVERSITÀ VENEZIA Il palmisto ha l’82% di acidi grassi saturi. È fra i peggiori alimenti dal punto di vista del rischio di cardiopatie. Per cui chi mangia questi cornetti, come da questo documento che lei mi ha sottoposto, sicuramente è una persona che entra in fascia di rischio. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Con le etichette raccolte nei bar e pasticcerie di mezza Italia siamo passati anche dal medico nutrizionista. 6 PIERPAOLO PAVAN – SPECIALISTA IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA Lei mi ha portato veramente un campionario chiarissimo di quanto male facciano queste brioche. Una brioche vuota sono 400 calorie. Se lei legge bene, oltre il miele c’è scritto sciroppo di glucosio e fruttosio. Questa è una bomba. È un’endovena di zucchero semplice. Tutti gli alimenti che contengono farine raffinate, o zuccheri semplici in alta quantità, hanno una rapidità di assorbimento delle zucchero molto rapida. E questo dà scariche di insulina, con effetti molto negativi. Perché, tra l’altro, quando l’insulina fa sparire lo zucchero dal sangue, non è che lo fa bruciare, lo trasforma in grassi. Per cui tu il cornetto te lo stocchi tutto sotto forma di grassi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo dice chiaramente che noi dobbiamo assolutamente, non dico bandire, ma ridurre al minimo l’assunzione di questo tipo di grassi. Palma, palmisto, grassi vegetali, margarina vegetale. E quindi molto meglio un po’ di burro fatto con il latte. BERNARDO IOVENE Noi praticamente, il 90% di questi cornetti che troviamo in giro.. PIERPAOLO PAVAN – SPECIALISTA IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA Ci fanno molto male. Ci fanno molto male. Ci fanno facilmente ingrassare, facilmente accumulare grasso addominale, danneggiano le arterie, danneggiano il cuore. Ci danno buone probabilità di andare incontro a un diabete e hanno comunque degli effetti molto negativi sul nostro organismo. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO L’etichetta così precisa per ogni prodotto come la espone Autogrill è difficile trovarla nei bar e nelle pasticcerie. Di solito troviamo un cartello unico di tutti gli ingredienti utilizzati. Sappiamo che il 90% dei cornetti è fatto con margarina, ma da questi cartelli dove compare anche il burro, non si capisce dove mettono l’uno o l’altro. PIERPAOLO PAVAN – SPECIALISTA IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA La margarina rispetto al burro è certamente peggiore per quanto concerne gli acidi grassi saturi. GABRIELE BONCI Questo è tutti e due burro. Questa è una razza di vacche e questa un’altra razza. Questa è una razza francese che produce da sola carotenoidi. E tutte e due hanno un pascolo. Burro francese. Perché attenzione anche sul burro, eh? Non è che dici, scelgo il burro e la margarina. C’è il burro buono e il burro velenoso. Questo costa 10 euro al kg. BERNARDO IOVENE 10 euro al chilo? GABRIELE BONCI Sì, la margarina la trovi... quanto costa la margarina Robè.. non so manco quanto costa, comunque penso pochi centesimi. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Invece in questa pasticceria del centro famosa per i cornetti romani, si usa margarina. PASTICCERE 7 Noi all’incirca la margarina la paghiamo 1.90 euro al kg. Ci sono tanti tipi di margarina che costano anche 1.10, 1.15 al kg. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Anche qui a Ponte Milvio, considerato il culto del cornetto, si adopera solo margarina. PASTICCERE Margarina vegetale. Non adoperiamo burro noi. Burro non ne adoperiamo. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Ecco, questa è la quantità di margarina che viene inserita in un impasto. Chi la usa risparmia tempo perché non si scioglie come il burro e quindi è più facile da lavorare, e denaro perché costa pochissimo. BERNARDO IOVENE Senta, voi usate la margarina. PASTICCERE Sì. BERNARDO IOVENE Perché non usate il burro? PASTICCERE Perché dobbiamo fare quello che chiede il cliente. Abbiamo provato a farlo con il burro e il cliente lo ha rifiutato perché ha un sapore un po’ troppo forte. BERNARDO IOVENE Adesso lo fanno con la margarina perché il cliente lo vuole con la margarina? CLIENTE Sulla margarina insomma. Il problema è economico. La margarina costa 2 euro al kg, il burro 6-7 euro al kg. So che la margarina ha un punto di fusione a 38 - 39 gradi. Siccome il nostro organismo sta a 36 gradi e mezzo, 36 gradi e sette, non la espelle completamente. Rimane una piccola traccia nel nostro organismo. Di conseguenza, è meglio il burro. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO È quello che ci dimostra Gino Fabbri che usa solo burro. GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 Vedete come il burro tende a sciogliersi in maniera molto veloce, mentre la margarina rimane ancora perfettamente opaca. Questo è quello che succede nel nostro stomaco. Se uno mi utilizza la margarina difficilmente mi utilizza dei prodotti naturali. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Gino Fabbri ci insegna a leggere bene gli ingredienti nelle etichette che sono scritti secondo la quantità, in ordine decrescente. Quindi se in una marmellata il primo ingrediente non è la frutta, desistiamo. GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 Questa confettura extra come ingrediente primario noi abbiamo le albicocche. Qua invece abbiamo lo sciroppo di glucosio. 8 BERNARDO IOVENE Ad esempio, questo quanto costa e questo quanto costa? GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 Qua siamo intorno circa ai 6-7 euro al kg. Qua siamo intorno a 1.5, 2 euro al kg. La vanillina, sappiamo che la vanillina non esiste in natura, ma esiste la vaniglia. BERNARDO IOVENE Non c’è la vanillina? GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 La vanillina in natura non esiste. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Così come per gli aromi, la vanillina è sintetica, la vaniglia è naturale. GINO FABBRI – PASTICCERE CAMPIONE DEL MONDO 2015 Questa è la vaniglia che noi dobbiamo usare. Questi sono i semi di vaniglia. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Quindi oltre al burro, anche gli aromi e le farciture devono essere naturali. E nelle piazza italiane più belle del mondo che colazione facciamo? Qui siamo in piazza Navona, ma ci servono i soliti cornetti, uno cereali e miele e l’altro al cioccolato, surgelati. BERNARDO IOVENE Cioccolato che non è cioccolato. DEGUSTATORE ? E miele non è miele. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Per la modica cifra di 15 euro per due cornetti e due caffè. Proviamo in piazza San Marco a Venezia. BERNARDO IOVENE Avete dei cornetti? CAMERIERE Sì, solo cioccolato. BERNARDO IOVENE Solo cioccolato? Sono quelli surgelati? Sono surgelati? CAMERIERE Sì. BERNARDO IOVENE Mi può portare un cornetto e un caffè. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO I cornetti sono gli stessi, ma spendiamo quasi il doppio . 9 BERNARDO IOVENE Dodici euro e sessantacinque. BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO Di cui 1,65 euro per il servizio dei camerieri che se lo chiedi ti fanno anche il selfie. E allora approfittiamone. BERNARDO IOVENE Mi fai una bella ripresa pure a me. Mentre mangio, vai? Sta già andando video. Cornetto rigorosamente surgelato e caffè. Oh, mannaggia! SABRINA GIANNINI E anche Expo in fondo è una piazza e per sei mesi dovrebbe mostrare il meglio della tradizione culinaria e di alta pasticceria del nostro paese. Ma qui, a fare da padrone sono i dolci industriali. E non abbiamo trovato una sola pasticceria tradizionale. MILENA GABANELLI IN STUDIO Però non è una vita gramissima. Insomma: chi vende i prodotti più sani c’è e sappiamo anche come fare per riconoscerli.