giovedì 7 gennaio 2016

BEFFA OMBRINA MARE le trivellazioni in ADRIATICO si faranno nel 2017

Concessione di coltivazione idrocarburi liquidi e gassosi "d30B.C-MD" - Progetto di coltivazione del giacimento Ombrina Mare Informazioni generali Opera: Concessione di coltivazione idrocarburi d30 B.C-MD Progetto: Concessione di coltivazione idrocarburi liquidi e gassosi "d30B.C-MD" - Progetto di coltivazione del giacimento Ombrina Mare Descrizione: Il progetto di coltivazione del giacimento di idrocarburi Ombrina Mare nell'ambito della concessione di coltivazione d30 B.C.-MD, prevede la perforazione di 4-6 pozzi, la realizzazione di un serbatoio FPSO galleggiante per il trattamento e lo stoccaggio della produzione di olio, di una piattaforma OMB-A di produzione di gas ed olio, di una sealine per i trasferimenti tra la piattaforma OMB-A ed il serbatoio FSPO e di una sealine per il trasferimento del gas dalla piattaforma OMB-A alla piattaforma esistente Santo Stefano Mare 9. Proponente: Rockhopper Italia Ldt Tipologia di opera: Coltivazione idrocarburi Sito Web di interesse: Procedura integrata VIA-AIA: documentazione AIA Scadenza presentazione osservazioni: 29/07/2014 mail Territori ed aree marine Vai alla localizzazione Regioni: Abruzzo Province: Chieti Comuni: Nessun comune Aree marine: Mar Adriatico Centrale Medoilgas Italia SpA, società interamente controllata da Rockhopper Exploration Plc, attiva nell'esplorazione e nella produzione di idrocarburi liquidi e gassosi, ha cambiato la sua ragione sociale in Rockhopper Italia SpA. La decisione è stata assunta dall'assemblea degli azionisti della società dopo la recente acquisizione del Gruppo Mediterranean Oil & gas Plc (che deteneva il controllo di Medoilgas Italia SpA). Parallelamente anche la società Medoilgas Civita Ltd ha cambiato la sua ragione sociale in Rockhopper Civita Ltd. «Si apre una nuova fase - ha detto l'Amministratore Delegato di Rockhopper Italia, Sergio Morandi -. Guardiamo al futuro con la fiducia di chi opera con rigore e correttezza e con l'energia di chi è convinto di lavorare non solo nell'interesse della propria azienda ma anche nell'interesse strategico del Paese». Samuel Moody Ceo di Rockhopper Exploration e Presidente di Rockhopper Italia ha dichiarato: «Con questa operazione abbiamo voluto uniformare l'identità di marchio del Gruppo e sottolineare l'importanza che l'Italia oggi riveste per Rockhopper Exploration. L'Italia può trarre grandi vantaggi dalle proprie risorse di idrocarburi, tra le più importanti in Europa e ancora in larga parte poco sfruttate. Gli importanti investimenti che Rockhopper intende sviluppare in Italia saranno improntati alla sicurezza e alla tutela ambientale e saranno in grado di generare importanti risorse per lo sviluppo economico dei territori Con un blitz nella Base Operativa di Foggia della ex Medoilgas Italia (oggi denominata Rockhopper Italia SpA), l’ad Sergio Morandi ha decretato la chiusura del sito collocato a Foggia al Km 1,200 sulla strada provinciale 105 (via Ascoli Satriano). Ai dipendenti, alcuni con anzianità di servizio anche prossima ai 20 anni, altri con invalidità civile, sono state consegnate lettere di licenziamento e trasferimento per sedi lontane oltre 200 Km. "Azione che si è concretizzata con una tempistica record - commentano con rammarico dalla Femca Cisl -: in un'ora, dipendenti cacciati via e cancelli chiusi. L'ad ha eluso volontariamente tutte le buone regole delle relazioni industriali. Eludendo alcune comunicazioni dovute ed il confronto con l’organizzazione sindacale pur presente nell’azienda con suoi iscritti. Oltre tutto, un confronto sindacale avrebbe potuto porre in essere condizioni di fuori uscita dei lavoratori attraverso i consueti canali messi a disposizione dai cosiddetti ammortizzatori sociali. Da un'azienda di tale portata, che trova interessi a livello mondiale, certo non ci si aspetta un atteggiamento così frenetico e poco riguardevole nei confronti di un territorio al quale chiede di svolgere attività estrattive di ottimo interesse remunerativo". La presenza produttiva in provincia di Foggia di quest’azienda risale agli anni 60. Malgrado la chiusura degli uffici e i trasferimenti messi in atto, continuerà ad esercitare la sua attività nel settore energetico estrattivo nella provincia di Foggia, dove detiene titoli minerari ancora in essere ed altri in procinto di sviluppo. "Una realtà imprenditoriale impegnata fortemente nelle nostre istituzioni comunali, provinciali, regionali e governative evidentemente per presentare piani attuativi ed ottenere le dovute autorizzazioni per possibili trivellazioni. La sua attività su questo territorio produce lavoro terziarizzato e occupazione diretta. Ma intanto chiude gli uffici di Foggia. La ex Medoilgas ha titoli di idrocarburi nei territori comunali della provincia di Foggia. In particolare, nell'agro del capoluogo ed è in attesa di avere autorizzazione definitiva dagli Enti locali e provinciali per la perforazione di un pozzo per estrazione di idrocarburi in zona residenziale Salice (Pozzo Masseria Conca, già Masseria Sipari, ricadente nella Concessione Torrente Celone). La prova è arrivata l’ultimo giorno dell’anno con la pubblicazione dell’ultimo ‘Bollettino Idrocarburi’ del 2015. E’ lì la verità del governo Renzi sulla controversa questione delle trivellazioni petrolifere. E per il comitato No Triv sta lì la conferma del sospetto che in fondo hanno sempre nutrito: le mosse del governo intorno alla legge di stabilità volte a modificare la normativa sui nuovi permessi di ricerca ed estrazione avevano un unico obiettivo. Vale a dire: “Evitare il referendum no trivelle chiesto da dieci regioni e da un fronte largo di associazioni, partiti, cittadini”, ci dice il costituzionalista Enzo Di Salvatore che ha elaborato i sei quesiti sui quali la Corte Costituzionale si pronuncerà il 13 gennaio. Il punto è che il ‘Bollettino Idrocarburi’, 175 pagine pubblicate il 31 dicembre, annuncia sì la sospensione dei permessi di ricerca nel Mare Adriatico, nella zona denominata ‘Ombrina mare’ oggetto di numerose proteste. Ma la sospensione dura solo un anno. Ed è comunque legata al rilascio dell’ultima concessione governativa. Ecco il testo nel quale il governo decreta: 1. La sospensione del decorso temporale del permesso di ricerca “B.R269.GC”, di cui è titolare la società ROCKHOPPER ITALIA S.p.A. (c.f. n. 08344911006), con sede in Roma, via Cornelia, 498 (c.a.p. 00166), è prorogata a decorrere dal 1 gennaio 2016 e fino alla data dell’eventuale conferimento della concessione di coltivazione di idrocarburi a mare di cui all’istanza “d 30 B.C-.MD” e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2016. Tra le premesse della decisione, anche la scelta della stessa Rockhopper Italia di sospendere la ricerca in attesa dell’ultima concessione, ancora non rilasciata. VISTA la nota della Società ROCKHOPPER ITALIA S.p.A. in data 27 novembre 2015 prot. RKHITA/310.2015/Sem, con la quale, tra l’altro, ha chiesto di disporre in tempo utile una ulteriore sospensione temporale del permesso di ricerca “B.R269.GC”: “- almeno fino a quando non sarà definitivamente concluso il procedimento in itinere finalizzato al conferimento della concessione di coltivazione di idrocarburi in mare di cui all’istanza “d 30 B.C-.MD” con l’emanazione del Decreto di conferimento da parte di codesto Ministero; - ed anche al fine di permettere alla società Rockhopper di provvedere alla manutenzione ed alla sicurezza del pozzo Ombrina Mare 2 dir completato per la produzione di olio e della piattaforma temporanea esistente installata a supporto della testa pozzo.”; CONSIDERATO che il provvedimento finale relativo al procedimento inerente l’istanza di conferimento della concessione di idrocarburi “d 30 B.C-.MD” non è stato ancora adottato… Tuttavia nello stesso Bollettino viene assegnato un altro permesso di ricerca idrocarburi e gas sempre nel Mare Adriatico al largo dell’Abruzzo per la durata di 6 anni. Questa volta se ne occuperà la Società Petroceltic Elsa S.r.l. DECRETI DI CONFERIMENTO NUMERO DI PUBBLICAZIONE: 176. Conferimento del permesso di ricerca «B.R274.EL» alla Società Petroceltic Italia S.r.l. (…) VISTA l’istanza presentata in data 31 ottobre 2006, con la quale la Società Petroceltic Elsa S.r.l., ha chiesto il rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, denominato convenzionalmente «d494B.R-.EL», ricadente nel Mare Adriatico (zona “B”) di km2 317,093; VISTA l’istanza presentata in data 31 ottobre 2006, con la quale la Società Petroceltic Elsa S.r.l., ha chiesto il rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, denominato convenzionalmente «d497B.R-.EL», ricadente nel Mare Adriatico (zona “B”) di km2 412,18; VISTA l’istanza presentata in data 31 ottobre 2006, con la quale la Società Petroceltic Elsa S.r.l., ha chiesto il rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, denominato convenzionalmente «d498B.R-.EL», ricadente nel Mare Adriatico (zona “B”) di km2 533,646; (…) D E C R E T A: Art. 1. (Conferimento del permesso di ricerca) 1. Ai sensi del combinato disposto dell’art. 8, comma 1, del D.P.R. 18 aprile 1994, n. 484, dell’art. 6, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 9 e dell’art. 1, comma 79) della legge 23 agosto 2004, n. 239 e successive modifiche alla Società PETROCELTIC ITALIA S.R.L., (c.f. n. 08662141004), con sede legale Roma, Via Paola n. 24, int. 7, (C.a.p. 00186), è conferito per la durata di anni sei, a decorrere dalla data del presente decreto, il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi convenzionalmente denominato «B.R274.EL », ricadente nel Mar Adriatico (Zona B). "È evidente che il vero obiettivo del governo è evitare il referendum e successivamente tornare a modificare la normativa sia per 'Ombrina mare' sia per un nuovo permesso che è stato rilasciato sempre per attività di ricerca di fronte alla costa abruzzese”, insiste Di Salvatore, mentre, insieme ad altri colleghi prepara una memoria in vista della sentenza della Corte Costituzionale sul referendum la prossima settimana. “La prova che non si vogliano chiudere i procedimenti è data proprio dal fatto che sia stato rilasciato un nuovo permesso di ricerca, in parte interferente con il limite delle 12 miglia. A cosa serve rilasciare un permesso entro il 31 dicembre se dal primo gennaio entra in vigore il divieto e non si può rilasciare la successiva concessione?”. "Durante l'approvazione della legge di stabilità abbiamo denunciato il tentativo del governo di cancellare i referendum sulle trivellazioni petrolifere per continuare ad estrarre greggio in mare anche entro le 12 miglia dalla costa", dicono i deputati di 'Alternativa libera - Possibile' Marco Baldassarre e Pippo Civati, sollecitando nuovamente i presidenti delle Regioni che hanno appoggiato i referendum contro le Trivellazioni petrolifere a "impugnare la legge di stabilità davanti alla Corte costituzionale perché il caso di 'Ombrina mare' è solo il primo atto di sabotaggio della volontà referendaria da parte dell'Esecutivo". E aggiungono: "Il presidente della commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti, nei giorni scorsi hanno detto che l'impianto di Ombrina Mare non sarebbe stato realizzato grazie alle norme introdotte con la legge di stabilità, ma è falso e ora ci sono le prove". Parola alla Consulta. Altro: Petrolio Política No Triv Matteo Renzi Ombrina Mare Referendum Trivelle RAVENNA. «Le prescrizioni della commissione Via non mi fanno paura, piuttosto temo sempre la politica. Ma sappia questa politica che se dovesse prendere ulteriori decisioni pregiudizievoli nei confronti del nostro progetto, noi saremo costretti ad avviare la causa di risarcimento per cento milioni di euro». Sergio Morandi è ormai un volto noto in Abruzzo: è lui “Mr Ombrina”, l’amministratore delegato e direttore generale della Rockopper Italia, la società titolare della concessione petrolifera a 6 chilometri al largo della Costa dei trabocchi. Lo incontriamo nello stand che Rockopper ha nella Omc, la “fiera delle trivelle” che si conclude oggi a Ravenna. Morandi si accomoda sull’ok che la Commissione Via (valutazione di impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente ha dato al progetto a patto che sia osservata una serie di prescrizioni. Quali? «Nulla di preoccupante, si tratta di monitoraggi nell’ambito della produzione, di osservazioni già comprese nell’autorizzazione dell’Aia sulle emissioni nell’atmosfera e sul rischio della subsidenza. Tutto previsto e superato nei nostri collaudi». Allora, per Ombrina è fatta? «No, sento che il traguardo si avvicina, ma non vedo la linea da tagliare. Temo che la politica possa prendere decisioni... politiche contro il progetto. Al di là dunque della validità tecnica e ambientale che ci ha riconosciuto il Comitato Via. Ombrina è a questo punto una questione di credibilità dell’Italia intera». Spieghi che cosa teme che possa succedere. «Che, ad esempio, dopo 7 anni e 25 milioni già investiti, uno tra ministero dell’Ambiente e del Turismo possa esprimere parere negativo malgrado la Via. Non è mai successo in 50 anni, sarebbe clamoroso. I ministeri devono solo recepire il parere Via e applicare le leggi, non possono avere un comportamento opposto. Così come penso debba fare il Mise, il ministero dello Sviluppo, al quale spetta l’ultima parola». Intanto il Mise si è dichiarato favorevole alla depenalizzione della tecnica dell’airgun: voi la applicherete? «Noi abbiamo già fatto airgun nelle operazioni di ricerca. Non dobbiamo farne altro. Ma guardi che è così che si fa in tutto il mondo, solo in Italia vogliono punirlo. Sarebbe uno smacco totale». La vicinanza dell’impianto alla costa resta il problema più grande: siete disposti ad allontanare almeno la nave cisterna? «Certo, ma dipende se ci danno l’autorizzazione a potarla oltre la superficie della concessione. Tenga conto che noi avremmo potuto anche rinunciaci e trasportare quindi il petrolio direttamente a terra. Ma con la nave, sulla quale il greggio sarà depurato dall’acido solfidrico e dall’acqua, eviteremo il traffico delle petroliere molto più rischioso per l’ambiente». Già, ma gli scarti della lavorazione dove finiranno? «L’acqua sarà stoccata e trasportata con una bettolina in Puglia per essere trattata. Lo zolfo siamo pronti a regalarlo agli agricoltori per le loro attività. Purtroppo per loro però sarà poco: al massimo un sacchetto di 20 chili al giorno». La nave è equiparabile a un Centro oli? «Se per Centro oli si intende un posto dove il petrolio viene “pulito” e stoccato, sì. L’importante è che non si diffondino dati sballati come fanno gli ambientalisti. Perché, mi creda, è stato calcolato che Ombrina alla fine non inquinerà più di un’auto che percorre per 15 km la statale Adriatica».(a.mo.)

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