SOCIOLOGIA DEL CIBO
di Manfredini Carolina
linguaggio semplice per farsi capire da tutti.
Il cibo nemico
Cap 1. Il potere delle Multinazionali sta distruggendo l' agricoltura, dovrebbero invece unirsi ai contadini e produrre cibi sani
Quarta domanda, di un bambino egiziano. “Caro Papa noi siamo provenienti da Paesi poveri e con guerre. La scuola ci vuole bene; perché le persone potenti non aiutano la scuola?”
Si può fare la domanda anche un po’ più grande: perché tante persone potenti non vogliono la pace?
Perché vivono sulle guerre! L’industria delle armi: questo è grave! I potenti, alcuni potenti, guadagnano con la fabbrica delle armi, e vendono le armi a questo Paese che è contro quello, e poi le vendono a quello che va contro questo… E’ l’industria della morte! E guadagnano. Voi sapete, la cupidigia ci fa tanto male: la voglia di avere più, più, più denaro. Quando noi vediamo che tutto gira intorno al denaro - il sistema economico gira intorno al denaro e non intorno alla persona, all’uomo, alla donna, ma al denaro - si sacrifica tanto e si fa la guerra per difendere il denaro. E per questo tanta gente non vuole la pace. Si guadagna di più con la guerra! Si guadagnano i soldi, ma si perdono le vite, si perde la cultura, si perde l’educazione, si perdono tante cose. E’ per questo che non la vogliono. Un anziano prete che io ho conosciuto anni fa diceva questo: il diavolo entra attraverso il portafogli. Per la cupidigia. E per questo non vogliono la pace!
Si può fare la domanda anche un po’ più grande: perché tante persone potenti non vogliono la pace?
Perché vivono sulle guerre! L’industria delle armi: questo è grave! I potenti, alcuni potenti, guadagnano con la fabbrica delle armi, e vendono le armi a questo Paese che è contro quello, e poi le vendono a quello che va contro questo… E’ l’industria della morte! E guadagnano. Voi sapete, la cupidigia ci fa tanto male: la voglia di avere più, più, più denaro. Quando noi vediamo che tutto gira intorno al denaro - il sistema economico gira intorno al denaro e non intorno alla persona, all’uomo, alla donna, ma al denaro - si sacrifica tanto e si fa la guerra per difendere il denaro. E per questo tanta gente non vuole la pace. Si guadagna di più con la guerra! Si guadagnano i soldi, ma si perdono le vite, si perde la cultura, si perde l’educazione, si perdono tante cose. E’ per questo che non la vogliono. Un anziano prete che io ho conosciuto anni fa diceva questo: il diavolo entra attraverso il portafogli. Per la cupidigia. E per questo non vogliono la pace!
attenzione. scuole ITALIANE bambino EGIZIANO???
Ecco la globalizzazione delle disuguaglianze sociali, come mai quel bambino non può vivere nel suo Paese?
Ecco la globalizzazione delle disuguaglianze sociali, come mai quel bambino non può vivere nel suo Paese?
PER CAPIRE le cose serve informarsi, leggere, entrare nelle parole, scavarci dentro, diversamente si rimane VITTIME degli EXPO.
Le catene di grande distribuzione sono in crisi, queste persone servono per CONSUMARE quei cibi che molti europei non mangiano più, questa è la verità.
Chi ha il potere di mettere in atto queste scelte?
QUANDO PENSIAMO ALLA POLITICA NON DOBBIAMO PENSARE AI POLITICI ITALIANI
NON SONO LORO CHE DECIDONO non solo loro
OGGI LE POLITCHE DEGLI STATI SONO CONDIZIONATE DA QUELLE ESTERNE
NOI NON SIAMO PIU' IN GRADO DI DECIDERE
LA SOVRANITA' INTERNA ITALIANA NON ESISTE PIU'
questo da una parte è un bene, ,ma dall' altra non lo è. Serve chiarezza la gente deve sapere tutto sull' 'INDUSTRIA ALIMENTARE '
se capiamo come funziona l' industria alimentaree capiamo la politica
Le catene di grande distribuzione sono in crisi, queste persone servono per CONSUMARE quei cibi che molti europei non mangiano più, questa è la verità.
Chi ha il potere di mettere in atto queste scelte?
QUANDO PENSIAMO ALLA POLITICA NON DOBBIAMO PENSARE AI POLITICI ITALIANI
NON SONO LORO CHE DECIDONO non solo loro
OGGI LE POLITCHE DEGLI STATI SONO CONDIZIONATE DA QUELLE ESTERNE
NOI NON SIAMO PIU' IN GRADO DI DECIDERE
LA SOVRANITA' INTERNA ITALIANA NON ESISTE PIU'
questo da una parte è un bene, ,ma dall' altra non lo è. Serve chiarezza la gente deve sapere tutto sull' 'INDUSTRIA ALIMENTARE '
se capiamo come funziona l' industria alimentaree capiamo la politica
QUESTO LIBRO lo SCRIVIAMO INSIEME?
Tempo fa scrivendo un breve saggio su Auguste Comte, saggio che non ho pubblicato, mi chiedevo :
quali effetti ha generato il Positivismo sulla moderna concezione del mercato?
quali effetti ha generato il Positivismo sulla moderna concezione del mercato?
Mi chiedevo se i disastri ambientali e le varie forme di egoismo socio-industriale che sono sotto gli occhi di tutti, quali ambiente, cibo, inquinamento, sono originati da un uso scorretto della fiducia nelle scienza di stampo comtiano, appunto.
La fede nella verità scientifica, cosi come Comte e seguaci intendevano questo modello filosofico, doveva essere alla base del progresso non del regresso e, secondo me, questo progresso è presente, innegabilmente presente davanti ai nostri occhi, ma febbricitante, quindi bisognoso di un farmaco per lenirne effetti disastrosi per la salute umana.
Positivismo e fabbriche: un binomio inquinante dunque, che ha falciato milioni di essesi umani, distrutto l' ambiente ed alterato la qualità dell' aria che respiriamo e dell' acqua che non possiamo più bere, insomma un vero cataclisma moderno.
Come uscirne?
Il potere delle Multinazionali è troppo vasto
la nostra vita quotidiana
la politica degli Stati e la loro sovranità
Cap 2. L' abbassamento della qualità della vita
utilizzo massiccio delle sostanze tossiche
no alla multinazionalità
gli italiani non vogliono morire di cibo e chiedono etichette sui cibi ma nessuno li ascolta
riporto da slow food sito
L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa, grazie alla sua leadership nel numero di imprese che coltivano biologico e la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a km 0, che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti. Tra i primati del Made in Italy c’è anche quello del maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp, che salvaguardano tradizione e biodiversità, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea.
Sono questi i dati emersi nell’incontro L’agricoltura che sconfigge la crisi, la sfida della multifunzionalità, organizzato ad Expo da Coldiretti e Univerde, a 14 anni dall’approvazione della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato l’attività agricola. L’Italia è l’unico Paese che può vantare 271 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) superiori a quelle registrate dalla Francia, su ben 43.852 imprese biologiche pari al 17% di quelle europee, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,2%), quota inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%) e di oltre 30 volte quella dei prodotti extracomunitari (6,3%).
La rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica ha quasi 10mila riferimenti, offrendo la possibilità di acquistare lungo tutta la Penisola prodotti alimentari a km 0, con un’azione di sostegno alle realtà territoriali e un impegno contro l’inquinamento ambientale per i trasporti, che non ha eguali negli altri Paesi dell’Unione e nel mondo. Un percorso reso possibile dal grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana, dove 1 impresa su 3 è nata negli ultimi 10 anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasili, ma anche le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la cura del paesaggio, di parchi, giardini, strade o la produzione di energie rinnovabili. Opportunità rese possibili dalla legge di orientamento, che ha allargato i confini dell’attività agricola e rivoluzionato le campagne italiane, aprendo nuove opportunità occupazionali nell’agribenessere, nella tutela ambientale, nel risparmio energetico, nel recupero degli scarti, nelle attività sociali, dagli agriasili fino alla pet therapy.
Un cambiamento che è stato recentemente riconosciuto anche dall’Istat, che ha proceduto a una rivalutazione del valore aggiunto del settore agricolo pari al 7,5% (con un impatto positivo sul Pil di 0,1 punti percentuali) per considerare le nuove attività emergenti, come la produzione di energie rinnovabili (essenzialmente fotovoltaico e biomasse), le fattorie didattiche, le attività ricreative, l’artigianato in azienda, l’agricoltura sociale, le vendite dirette, la produzione di mangimi, la sistemazione di parchi e giardini, la manutenzione del territorio e del paesaggio. A cogliere queste opportunità sono soprattutto i giovani, come dimostra un’indagine Coldiretti che evidenzia un aumento congiunturale dell’1,5% delle imprese agricole condotte da under 35 nell’ultimo trimestre del 2014, salite a 49871, il 70% delle quali svolge attività multifunzionali. “Il successo dell’agricoltura italiana sta nella sostenibilità, nella straordinaria qualità con caratteri distintivi unici, una varietà e un’articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo” ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “l’Expo è un’enorme occasione per ripensare a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo, per perseguire a livello globale un modello di sviluppo sostenibile attento all’ambiente, che garantisca un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti, in Italia e nei Paesi più poveri”.
I PRIMATI GREEN DELL’AGRICOLTURA ITALIANA
1) L’agricoltura italiana è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore, non solo l’agricoltura nazionale emette il 35% di gas serra in meno della media UE, con risultati decisamente migliori rispetto alle altre nazioni europee: 12% di gas serra in meno rispetto alla Spagna, 35% in meno della Francia, 39% meno della Germania e ben il 58% in meno rispetto al Regno Unito
2) L’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale. Siamo il paese che conta il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici (0,2%), un terzo in meno rispetto all’anno precedente. La quota italiana è inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%), aumentata di circa un terzo rispetto all’anno prima, e oltre 30 volte minore rispetto a quella dei prodotti extracomunitari (6,3%)
3) L’Italia è il primo paese europeo per numero di agricoltori biologici. Con 43.852 imprese biologiche, siamo i campioni europei del settore rappresentandone il 17%, seguiti da Spagna (12% dell’UE con 30.462 imprese) e Polonia (10% dell’UE con 25.944 aziende)
4) L’Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti distintivi, con 268 prodotti Dop e Igp e 4.813 specialità tradizionali regionali, seguita a distanza da Francia (207) e Spagna (162). Nel solo settore viticolo, l’Italia conta ben 332 vini Doc, 73 Docg e 118 Igt
5) L’Italia dispone della più ampia rete di fattorie e mercati degli agricoltori in vendita diretta a km0, che abbatte l’inquinamento determinato dai trasporti, con quasi 10mila riferimenti della rete di Campagna Amica .
no alla multinazionalità
gli italiani non vogliono morire di cibo e chiedono etichette sui cibi ma nessuno li ascolta
riporto da slow food sito
L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa, grazie alla sua leadership nel numero di imprese che coltivano biologico e la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a km 0, che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti. Tra i primati del Made in Italy c’è anche quello del maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp, che salvaguardano tradizione e biodiversità, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea.
Sono questi i dati emersi nell’incontro L’agricoltura che sconfigge la crisi, la sfida della multifunzionalità, organizzato ad Expo da Coldiretti e Univerde, a 14 anni dall’approvazione della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato l’attività agricola. L’Italia è l’unico Paese che può vantare 271 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) superiori a quelle registrate dalla Francia, su ben 43.852 imprese biologiche pari al 17% di quelle europee, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,2%), quota inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%) e di oltre 30 volte quella dei prodotti extracomunitari (6,3%).
La rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica ha quasi 10mila riferimenti, offrendo la possibilità di acquistare lungo tutta la Penisola prodotti alimentari a km 0, con un’azione di sostegno alle realtà territoriali e un impegno contro l’inquinamento ambientale per i trasporti, che non ha eguali negli altri Paesi dell’Unione e nel mondo. Un percorso reso possibile dal grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana, dove 1 impresa su 3 è nata negli ultimi 10 anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasili, ma anche le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la cura del paesaggio, di parchi, giardini, strade o la produzione di energie rinnovabili. Opportunità rese possibili dalla legge di orientamento, che ha allargato i confini dell’attività agricola e rivoluzionato le campagne italiane, aprendo nuove opportunità occupazionali nell’agribenessere, nella tutela ambientale, nel risparmio energetico, nel recupero degli scarti, nelle attività sociali, dagli agriasili fino alla pet therapy.
Un cambiamento che è stato recentemente riconosciuto anche dall’Istat, che ha proceduto a una rivalutazione del valore aggiunto del settore agricolo pari al 7,5% (con un impatto positivo sul Pil di 0,1 punti percentuali) per considerare le nuove attività emergenti, come la produzione di energie rinnovabili (essenzialmente fotovoltaico e biomasse), le fattorie didattiche, le attività ricreative, l’artigianato in azienda, l’agricoltura sociale, le vendite dirette, la produzione di mangimi, la sistemazione di parchi e giardini, la manutenzione del territorio e del paesaggio. A cogliere queste opportunità sono soprattutto i giovani, come dimostra un’indagine Coldiretti che evidenzia un aumento congiunturale dell’1,5% delle imprese agricole condotte da under 35 nell’ultimo trimestre del 2014, salite a 49871, il 70% delle quali svolge attività multifunzionali. “Il successo dell’agricoltura italiana sta nella sostenibilità, nella straordinaria qualità con caratteri distintivi unici, una varietà e un’articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo” ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “l’Expo è un’enorme occasione per ripensare a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo, per perseguire a livello globale un modello di sviluppo sostenibile attento all’ambiente, che garantisca un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti, in Italia e nei Paesi più poveri”.
I PRIMATI GREEN DELL’AGRICOLTURA ITALIANA
1) L’agricoltura italiana è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore, non solo l’agricoltura nazionale emette il 35% di gas serra in meno della media UE, con risultati decisamente migliori rispetto alle altre nazioni europee: 12% di gas serra in meno rispetto alla Spagna, 35% in meno della Francia, 39% meno della Germania e ben il 58% in meno rispetto al Regno Unito
2) L’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale. Siamo il paese che conta il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici (0,2%), un terzo in meno rispetto all’anno precedente. La quota italiana è inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%), aumentata di circa un terzo rispetto all’anno prima, e oltre 30 volte minore rispetto a quella dei prodotti extracomunitari (6,3%)
3) L’Italia è il primo paese europeo per numero di agricoltori biologici. Con 43.852 imprese biologiche, siamo i campioni europei del settore rappresentandone il 17%, seguiti da Spagna (12% dell’UE con 30.462 imprese) e Polonia (10% dell’UE con 25.944 aziende)
4) L’Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti distintivi, con 268 prodotti Dop e Igp e 4.813 specialità tradizionali regionali, seguita a distanza da Francia (207) e Spagna (162). Nel solo settore viticolo, l’Italia conta ben 332 vini Doc, 73 Docg e 118 Igt
5) L’Italia dispone della più ampia rete di fattorie e mercati degli agricoltori in vendita diretta a km0, che abbatte l’inquinamento determinato dai trasporti, con quasi 10mila riferimenti della rete di Campagna Amica .
Cap 3. Cosa contengono i cibi?
da dove provengono?
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La farina 00 è nociva.
Dietro il suo aspetto apparentemente innocuo, il suo colore candido e la
sua consistenza così vaporosa e leggera, si nasconde un vero e proprio pericolo per la salute umana.
Questa farina – diffusissima nei supermercati e comunemente usata negli impieghi casalinghi - si ottiene attraverso la macinazione industriale del chicco di grano, che comporta l'eliminazione del germe
(ovvero il cuore nutritivo del chicco, che contiene aminoacidi, acidi
grassi, sali minerali, vitamine del gruppo B e vitamine E) e della crusca (la parte più esterna, particolarmente ricca di fibre). Tutto questo porta a un impoverimento della materia prima: da questa macinazione si ottiene infatti una farina raffinata, che si mantiene a lungo, ma risulta terribilmente depauperata e ricchissima di zuccheri.
Abbiamo chiesto al professor Franco Berrino, ex direttore del Dipartimento di medicina predittiva e per la prevenzione dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e consulente della Direzione scientifica, quali sono gli effetti negativi dell'uso abituale di questo tipo di farina.
"La farina 00 - come tutti i prodotti raffinati
– provoca un aumento della glicemia e il conseguente incremento
dell'insulina, fenomeno che nel tempo porta ad un maggior accumulo di
grassi depositati".
Tutto questo si traduce quindi con un indebolimento dell'organismo, sempre più soggetto a malattie di ogni tipo, tumori inclusi.
http://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/7628-farina-00-dannosa-berrino
Più del 70% del pesce che mangiamo arriva da lontano: in molti casi da oceano atlantico
Più del 70% del pesce che mangiamo arriva da lontano: in molti casi da oceano atlantico