martedì 5 maggio 2015

UNA GRANDE EVENTO SCIENTIFICO E CULTURALE: L' ENCICLICA DEL DEL SANTO PADRE

L'ettera Enciclica del Santo padre, papa  Bergolio. laudato sì sulla CURA della Casa comune


 


 La nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: « Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba ».
 Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che « geme e soffre le doglie del parto » (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.
 San Giovanni Paolo II si è occupato di questo tema con un interesse crescente. Nella sua prima Enciclica, osservò che l’essere umano sembra « non percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un immediato uso e consumo ».4 Successivamente invitò ad una conversione ecologica globale.5 Ma nello stesso tempo fece notare che si mette poco impegno per « salvaguardare le condizioni morali di un’autentica ecologia umana ».6 La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di molto serio, non solo perché Dio ha affidato il mondo all’essere umano, bensì perché la vita umana stessa è un dono che deve essere protetto da diverse forme di degrado.
 Il mio predecessore Benedetto XVI ha rinnovato l’invito a « eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente ».10
Ha ricordato che il mondo non può essere analizzato solo isolando uno dei suoi aspetti, perché « il libro della natura è uno e indivisibile » e include l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazioni sociali, e altri aspetti. Di conseguenza, « il degrado della natura è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza u
 Papa Benedetto ci ha proposto di riconoscere che l’ambiente naturale è pieno di ferite prodotte dal nostro comportamento irresponsabile. Anche l’ambiente sociale ha le sue ferite. Ma tutte sono causate in fondo dal medesimo male, cioè dall’idea che non esistano verità indiscutibili che guidino la nostra vita, per cui la libertà umana non ha limiti. Si dimentica che « l’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura ».12 Con paterna preoccupazione ci ha invitato a riconoscere che la creazione risulta compromessa « dove noi stessi siamo le ultime istanze, dove l’insieme è semplicemente proprietà nostra e lo consumiamo solo per noi stessi. E lo spreco della creazione inizia dove non riconosciamo più alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessi ».
 Il Patriarca Bartolomeo si è riferito particolarmente alla necessità che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta, perché « nella misura in cui tutti noi causiamo piccoli danni ecologici », siamo chiamati a riconoscere « il nostro apporto, piccolo o grande, allo stravolgimento e alla distruzione dell’ambiente ».14 Su questo punto, egli si è espresso ripetutamente in maniera ferma e stimolante, invitandoci a riconoscere i peccati contro la creazione: « Che gli esseri umani distruggano la diversità biologica nella creazione di Dio; che gli esseri umani compromettano l’integrità della terra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide; che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l’aria: tutti questi sono peccati ».15 Perché « un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio ».
 Allo stesso tempo Bartolomeo ha richiamato l’attenzione sulle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali, che ci invitano a cercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambiamento dell’essere umano, perché altrimenti affronteremmo soltanto i sintomi. Ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condividere, in un’ascesi che « significa imparare a dare, e non semplicemente a rinunciare. È un modo di amare, di passare gradualmente da ciò che io voglio a ciò di cui ha bisogno il mondo di Dio. È liberazione dalla paura, dall’avidità e dalla dipendenza ».17 Noi cristiani, inoltre, siamo chiamati ad « accettare il mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale. È nostra umile convinzione che il divino e l’umano si incontrino nel più piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino nell’ultimo granello di polvere del nostro pianeta ».18









La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con
vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.



Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale.
























Ne abbiamo bisogno, magari al palazzo americano, insieme alla CARTA DI MILANO  speriamo portino anche la carta di papa Francesco.
Cosa non va nell' EXPO?
- il modo di produrre oggi nel mondo risponde a criteri non slaubri, non viene tutelato nè ambiente nè lavoro nè l' aria che respiriamo.
- l' AGRICOLTURA è  assente da anni, nessun investimento sui terreni italiani dalla SICILIA alla Lombardia, gli agricoltori SOPRAVVIVONO all' ombra delle MULTINAZIONALI che dettano i prezzi nei mercati, che decidono quali prodotti si devono vendere e quali no.
- non va il fatto che per parlare di NUTRIZIONE e rispetto dell' ambiente in primis si è CEMENTIFICATA una intera area verde:  alla guida del pensiero oggi  , nel XXI secolo, vi è la contraddizione
-non và che SI PRENDONO I VALORI AL GUINZAGLIO, li si accompagna nei padiglioni  DI PLASTICA a suon di  luci scintillanti e tecnologie assolutamete ridicole e inutili , piene solo di milioni di euro e , grazie ai valori e al linguaggio sano che veicolano, si faranno mangiare a milioni di  persone cibi non sani  e ancora nessun valore umano è tutelato,
- non va che si crei lavoro con EVENTI  di questa portata, meglio sarebbe investire in AGRICOLTURA tornare a lavorare la  terra con le mani, perchè solo con le braccia e le mani mangeremo cibi sani. ma questa tecnica non fa guadagnare i Signori delle Multinazionali.
 - non va che molti paesi ospitati  all' EXPO NON RISPETTANO ALCUNA REGOLA  nel corso del  ciclodi lavorazione dei  LORO prodotti  alimentari,  questi prodotti  OGGI E ANCORA DI PIU DOPO L' EXPO  li abbiamo e li avremo SULLE NOSTRE TAVOLE   e nel nostro stomaco OGNI GIORNO
basti pensare al latte transeginico, si transgenico che da anni gli allevatori italiani utilizzazno per nutrire i loro vitellini nelle stalle e in Italia in deroga alle nostre norme  anti OGM permettiamo tranquillamente tanti piccoli expo quotidiani  a cisterne di latte provenienti dall' Olanda e da altri Lidi.... 

l'  EXPO DELLE NORME

 ossia l' EXproprio delle LEGGI 

 la non osservanza delle regole.
 DUNQUE non vi è rispetto delle leggi  NON ESISTONO TUTELE  nei lidi all' estero CINA  e altri bei posti simili  per il lavoratore che produce in quanto non esistono( come mai????)  ISTITUZIONI in grado di tutelate i diritti delle persone  e la  dignità del loro lavoro ?
- non va che migliaia di aziende italiane,  320 a Brescia, pare 720.000 in Italia  siano andate all' estero a   braccetto con i signori  presenti  nei  luccicanti  padiglioni EXPO, là sono a sfruttare la povera gente creando un MOSTRUOSO castello di DISUGUAGLIANZA sociale che lasceremo in eredità alle future generazioni : VERGOGNA

- non và EXPO: non và il lusso pieno di sangue.

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