lunedì 7 settembre 2015

profughi finti





Rubrica Lettere al Direttore.
Profughi  e assenza di  comunicazione.
Sulla  questione dell’ esodo imponente di migliaia di profughi provenienti dal continente sub-sahariano  e da paesi limitrofi è quasi  impossibile esprimere una opinione corretta.
E’ impossibile perché nell’ epoca della globalizzazione delle comunicazioni, di internet, dei sofisticati sistemi digitalizzati audio e video nessuno sa nulla di preciso su tale vicenda.
 Ho avuto modo di parlare con alcuni profughi questa estate in  spiaggia al mare  in agosto, mi trovavo in Abruzzo sul Lungomare Costa Verde a Torino di Sangro, Chieti.
 Dalle loro sintetiche risposte ho avuto la sensazione che  la verità è ben lontana da come ci viene, in modo erudito, illustrata con toni accesi da Matteo Renzi.
Ho provato a comunicare con loro, si trovano in Abruzzo da aprile 2015 ospiti di un hotel fronte mare dismesso, il numero esatto non lo conosco, da gente del posto sento dire duecentocinquanta.
Sono decine li a passeggiare tutto il giorno, molti sui balconi a stendere i vestiti al sole, altri seduti sulle barche  con tablet in mano e cellulari in tasca, messaggiano con parenti e famigliari che stanno per partire, altri  fanno il bagno o semplicemente camminano sul lungomare disertato da decine di turisti che erano presenti l’ anno prima …“-.. ma chi ti ha consigliato di partire”? .. Perché parli di lavoro ?  Chi ti ha  detto che in Italia troverai lavoro-”?
La risposta è stata una non risposta, si limitavano a sorridermi, uno di loro mi ha confessato, un po’ imbarazzato “- non posso parlare”.
 Un ragionamento semplicissimo  credo sia possibile tentarlo. 46 euro al giorno a chi li accoglie,  compensi  per spese personali, hotel a disposizione,  a Mineo in un centro di accoglienza in  Sicilia 3.042 ospiti vivono in villette con aria condizionata, gli esempi sono infiniti e destinati a crescere , ma dietro  questo esodo chi c’è?
A chi nella storia è scappato da guerre non è mai stato dato un centesimo, perché ora si?
La  prima risposta ipotetica potrebbe essere: stiamo assistendo al preludio di un imminente attacco bellico in quelle aree?
 Altre ipotesi : servono uomini e donne per abbattere il calo demografico e delle nascite presente nei paesi  ricchi,
manodopera a basso costo, contenere la  crisi della grande distribuzione alimentare , immagino che nei piatti di questi ospiti non finiscano alimenti provenienti non da Slowfood! Con la delocalizzazione gli industriali hanno già fatto eccellenti prove ben riuscite!
Le ipotesi potrebbero proseguire, una sola cosa appare certissima: nessuno sta dicendo la verità, i nostri politici  sono intenti a masticare i  pregevoli valori eterni  della solidarietà  tanto per non parlare, ma temo che tale valore sia destinato a esaurirsi ben presto.
Se cosi fosse si troverebbero le strategie per aiutarli nei loro paesi. Ma in questo caso forse non conviene.
Personalmente sono rimasta colpita dagli sguardi di quei profughi sulla spiaggia in Abruzzo questa estate.
Erano sguardi colti, preparati alle mie domande, non erano affatto sprovveduti, sapevano cosa dire,  sapevano come  molti politici italiani che dovevano tacere.

prof.ssa Carolina Manfredini
docente di scienze Umane.
7 settembre 2015