sabato 9 luglio 2016

ogm in america? NON TUTTI LO VOGLIONO ERA ORA...

OGM: dopo il Vermont, in USA arriva la legge federale sull’etichettatura. Piovono le critiche: “Favorisce l’industria a scapito della trasparenza” Agnese Codignola 8 luglio 2016 OGM Lascia un commento 195 Visto supermercato etichetta Francia indicazione di origine Gli USA hanno approvato una legge federale molto criticata sull’etichettatura degli OGM Nei giorni scorsi il Senato degli Stati Uniti ha approvato la nuova legge nazionale sulle indicazioni in etichetta degli organismi geneticamente modificati (GM). La notizia è stata accolta come una svolta su un tema tanto dibattuto quanto controverso. Anche se il dispositivo dovrà superare ulteriori votazioni, la legge prevede che le aziende possano scegliere tra differenti modalità: l’indicazione in etichetta, il rimando a un sito internet o l’apposizione di un codice QR da leggere sullo smartphone o su uno strumento situato in negozio. La decisione di una legge nazionale giunge dopo che il Vermont ne ha approvata una entrata in vigore il primo luglio che prevede la dicitura OGM sulla confezione. Secondo l’associazione ambientalista Environmental Working Group, leggi analoghe sono state approvate in Maine e Connecticut, mentre sono state bocciate in California, Colorado e Oregon, probabilmente anche grazie alle campagne finanziate dalle aziende con 100 milioni di dollari solo nel 2015. Dopo l’approvazione della prima normativa alcune aziende avevano però reagito: la Campbell aveva iniziato a indicare la presenza di ingredienti GM in gennaio, ed era stata poi seguita da ConAgra, General Mills e da altre. Queste decisioni erano confortate da molti sondaggi che avevano confermato il desiderio dei consumatori di essere informati, ma anche la scarsissima influenza sulla propensione agli acquisti correlata alle scritte sulle etichette. E ora arriva il Bill federale ????. ingredienti Campbell e altre aziende hanno cominciato a indicare spontaneamente la presenza di OGM in etichetta Secondo molti la proposta di norma nazionale è frutto della pressione delle aziende, che se da un lato sono ormai convinte della necessità di un ordinamento omogeneo, dall’altra cercano di rendere l’indicazione poco comprensibile. I punti oggetto di critiche sono molteplici come scrive in un articolo il New York Times. La poca chiarezza su cosa dovrebbe essere sottoposto a norma, dal momento che, gli oli vegetali derivati da sementi GM così come gli zuccheri di canna non dovrebbero rientrare. Il testo attuale è destinato “ai materiali genetici che sono stati modificati in vitro con tecniche di DNA ricombinante e secondo modalità non ottenibili con le normali tecniche di ibridazione” ed esclude tutti gli alimenti con grassi o zuccheri derivati da piante GM, che non contengono frammenti di DNA modificato, come ha specificato la FDA, né altri cibi quali alcuni formaggi, lavorati con enzimi GM. C’è di più: per i trasgressori non è prevista alcuna sanzione, e questo renderebbe di fatto la normativa poco più che un amichevole invito ad adeguarsi a uno standard. spesa supermercato etichetta iStock_000036698536_Small Non sono previste sanzioni per i trasgressori alla legge. Nel dibattito è intervenuta la FDA, da sempre contraria all’obbligo e il Department of Agriculture (organo preposto al controllo dell’applicazione della legge. Quest’ultimo ha fatto presente che, se la versione finale fosse simile a quella del Vermont, i prodotti coinvolti sarebbero non meno di 24.000. L’associazione di categoria dei negozianti, la Grocery Manufacturers Association, che nei mesi scorsi aveva perso una battaglia contro la legge del Vermont, non si è schierata in modo netto, ma secondo alcuni politici, sarà ancora in prima linea in cause, ricorsi e guerre legali volte a smontare la legge. Vista l’importanza dell’argomento, il giornale dedica al tema l’editoriale con un commento molto critico. Il board sostiene che si tratta di una normativa voluta dalle grandi aziende per evitare il caos correlato all’approvazione di diverse leggi nazionali, e ne individua la prova nel fatto che le modalità possibili rendono complicata la comprensione degli ingredienti. etichette, alimentari, cibo, italian sounding 105938384 Intere categorie di ingredienti da colture OGM non sarebbero incluse nella norma USA La seconda grande falla è l’ambiguità nella definizione di che cosa deve rientrare nella legge. Dal momento che, nella sua versione attuale, la norma consentirebbe a intere, grandi categorie di trovare una via d’uscita del tutto legale, gli editorialisti chiedono che sia fatta chiarezza e un testo chiaro analogo a quello in vigore in Europa e Australia e in una sessantina di paesi. Se insomma è bene proporre una normativa omogenea per tutto il paese – questa la conclusione – c’è ancora molto lavoro da fare. © Riproduzione riservata Agnese Codignola Agnese Codignola giornalista scientifica 9-7-2016

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