martedì 19 aprile 2016

informazioni SCORRETTE per consumantori italiani e tutti tacciono

Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, le associazioni dei produttori, degli operatori del settore e persino le associazioni di consumatori Adiconsum, Codacons… gli europarlamentari Patrizia Toja e Paolo De Castro e decine di altri soggetti hanno annunciato il 13 aprile la bocciatura delle etichette semaforo da parte del Parlamento Europeo. In rete ci sono almeno 80 articoli che rilanciano la notizia, e nella lista troviamo anche quotidiani come: La Stampa, il Corriere della sera, La Repubblica… Negli altri paesi europei però giornalisti, politici e media non si sonocosì eccitati per la notizia perché l’UE non ha mai bocciato le etichette semaforo e gli articoli apparsi in Italia raccontano una bufala. etichetta semaforo Etichette semaforo: si trovano già su prodotti in vendita da Lidl, Pam … A dispetto di quanto scrivono i giornali italiani in Europa le etichette semaforo sono del tutto legali e prendono sempre più piede. Il folto gruppo di lobbisti, giornalisti distratti e associazioni poco attente fa finta di non sapere che in Inghilterra la stragrande maggioranza dei supermercati le utilizza (legalmente) per i prodotti a marchio. Anche in Francia molte catene hanno adottato alcuni modelli di etichetta in attesa del fomato unico (come si legge sul quotidiano francese le Monde del 13 aprile 2016 in un articolo che descrive i lavori di una commissione di esperti nominata in seguito ad una legge votata nel gennaio 2016 proprio sulla questione). Persino in Italia sugli scaffali di supermercati coem Lidl, Pam e altri si trovano prodotti con il semaforo (vedi foto). Tutto ciò accade perché siamo di fronte al miglior sistema per comunicare al consumatore il valore nutrizionale degli alimenti. L’etichetta prende in considerazione le calorie, i grassi, gli zuccheri e il sale nel prodotto e quando la quantità dei singoli nutrienti supera il livello consigliato riporta un bollino rosso, se invece è presente in quantità corrette il colore è verde, mentre nei casi intermedi il colore diventa giallo. Non rendersene conto vuol dire avere una visione del marketing “ristretta” o, più semplicemente, avere interessi di tipo lobbistico. Basta leggere la fantasiosa dichiarazione di una importante associazioen di categoria per capire che questa volta l’emotività ha preso il volo. Il comunicato recita “la bocciatura dell’etichetta a semaforo salva le esportazioni delle principali denominazioni Made in Italy, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano e Grana Padano, ma anche gli oli extravergine di oliva, la mozzarella o le nocciole, che sono tra le vittime illustri della normativa adottata ingiustamente dal Regno Unito che colpisce il 60% delle produzioni italiane“. etichetta tesco semaforo Esempio di etichetta semaforo su prodotti italiani venduti in Inghilterra Dario Dongo pochi giorni fa in un articolo su Il Fatto Alimentare ha evidenziando il grossolano errore, e ha spiegato come il gruppo dei sostenitori abbia grossolanamente confuso i profili nutrizionali con l’etichetta semaforo. Il Parlamento europeo (1) ha infatti invitato a ripensare i profili nutrizionali degli alimenti previsti nella 1924/2006, ma questa cosa è ben diversa dalle etichette semaforo previste nel regolamento UE 1169/2011, che da anni autorizza su base volontaria le etichette a semaforo. In tutta la vicenda ci sono due grandi sconfitti, il consumatore che riceve informazioni sbagliate e un certo modo di fare giornalismo che dimentica di verificare le fonti e di rettificare le notizie sbagliate. (1) ‘European Parliament resolution of 12 April 2016 on Regulatory Fitness and Performance Programme (REFIT)’, punto 47:”Invita la Commissione, in considerazione dei gravi e persistenti problemi che si presentano nell’attuazione del regolamento (CE) n. 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari, tra cui problemi di distorsione della concorrenza, a riesaminare la base scientifica, l’utilità e la fattibilità di tale regolamento nonché eventualmente a eliminare il concetto di profili nutrizionali; ritiene che gli obiettivi del regolamento (CE) n.1924/2006, come quello di assicurare la veridicità delle informazioni fornite sugli alimenti e l’inserimento di indicazioni specifiche sul tenore di grassi, zuccheri e sale, siano ormai conseguiti dal regolamento (UE) n.1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumato (http://www.europarl.europa.eu/RegData/seance_pleniere/textes_adoptes/provisoire/2016/04-12/0104/P8_TA-PROV%282016%290104_IT.pdf)

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