Per il tratto di mare di Alba Adriatica (Teramo) a ridosso della foce
del torrente Vibrata scatta il divieto di balneazione preventivo.
Ad annunciarlo e' lo stesso sindaco Tonia Piccioni che adotterà un provvedimento di temporanea inibizione delle acque.
"Si tratta di una decisione preventiva, in base alla nuove legge regionale che tiene conto della classificazione delle acque del precedente quadriennio
- spiega il sindaco Piccioni -.
Nonostante tutti i punti di campionamento del litorale albense abbiano registrato valori nettamente al di sotto dei limiti di legge, confermando i dati positivi gia' riscontrati durante la stagione balneare 2014, dovro' adottare un provvedimento di inibizione temporanea".
Che il mare di Alba, compreso il tratto che sara' oggetto del divieto preventivo, sia salubre lo dicono i risultati dei prelievi effettuati dall'Arta lo scorso 20 aprile e da un laboratorio privato su incarico delle associazioni di categoria.
Questo significa che se i prossimi due campionamenti dovessero risultare entro i limiti di legge l'ordinanza cadra' gia' intorno a meta' maggio.
Il nuovo prelievo Arta e' in programma il prossimo 11 maggio.
Ad annunciarlo e' lo stesso sindaco Tonia Piccioni che adotterà un provvedimento di temporanea inibizione delle acque.
"Si tratta di una decisione preventiva, in base alla nuove legge regionale che tiene conto della classificazione delle acque del precedente quadriennio
- spiega il sindaco Piccioni -.
Nonostante tutti i punti di campionamento del litorale albense abbiano registrato valori nettamente al di sotto dei limiti di legge, confermando i dati positivi gia' riscontrati durante la stagione balneare 2014, dovro' adottare un provvedimento di inibizione temporanea".
Che il mare di Alba, compreso il tratto che sara' oggetto del divieto preventivo, sia salubre lo dicono i risultati dei prelievi effettuati dall'Arta lo scorso 20 aprile e da un laboratorio privato su incarico delle associazioni di categoria.
Questo significa che se i prossimi due campionamenti dovessero risultare entro i limiti di legge l'ordinanza cadra' gia' intorno a meta' maggio.
Il nuovo prelievo Arta e' in programma il prossimo 11 maggio.
TALETE
TALETE
è un progetto
che nasce per crescere
per restituire
respiro .
TALETE ama la vita,
crede nella forza dell’
economia e
del lavoro
che rispetta l’ ambiente, la natura e i cibi,
li cura perché sono fonte di vita
di salute e di bellezza.
Come si nutrono i popoli di altre terre?
Come si procurano i loro cibi?
Il progetto
potrebbe
rispondere a queste domande.
Perché
Talete?
Il nastro automatico
corre e altera.
La risposta a questa domanda è
semplice: perché oggi esistono due emergenze, decisive per il futuro dell’ uomo che abita la
nostra terra e il nostro ambiente.
La prima
Talete afferma che Non si pensa più , anche quando si riflette sulle cose non sempre esiste la possibilità di capire .
Molti stimoli negativi ci
circondano e i nostri sensi si trovano esposti
pericolosamente a percezioni indefinite.
Da queste percezioni siamo spesso suggestionati in modo irreversibile.
La pubblicità ci chiama
con
le sue banalità
scintillanti a consumare cibi industriali, in quanti sanno che spesso sono nocivi per la salute?
Il lavoro
impegna migliaia di persone dietro ad un nastro automatico che corre e altera il senso delle cose.
Sopra a questo nastro scorre
la vita della popolazione i cibi e gli a
alimenti che ci nutrono.
Da questo processo produttivo è generata la
“quantità” del rapporto più produco più guadagno.
Ma la qualità non è questa, questa è mera quantità.
Come si nutrono i popoli di altre terre?
Come si procurano i loro cibi?
Il progetto Pigafetta potrebbe
rispondere a queste domande.
La qualità è differente,riserva altre tipologie di
produzione in quanto necessita di tempo,tempo cronologico e psicologico,
necessita di lavoro manuale, sostegno
economico in tutte cose oggi cosi difficili da realizzare. La quantità,
associata al processo delle industrie ,riesce a
mantenere il sistema sociale mediante un ciclo di indotto straordinario,
potente, che arriva fino alla classe politica!
La produzione genera denaro, il
denaro favorisce il potere, il ciclo qui si chiude e se ne apre un’ altro molto
pericoloso.
Quale?
Quello che legittima la non
qualità, assumendola a bene assoluto, perché deve difendere il denaro che
produce, il lavoro che offre, e anche il
non pensiero che genera necessariamente.
Anche se
solo uno Sponsor si oppone questo
progetto resterà carta morta!
La nascita e il progredire incessante della non qualità costituisce
quella che Talete chiama “commercio moderno “ ossia la seconda emergenza.
Queste cose oggi non sono
pensate dalle gente, quindi Talete ,nel
suo piccolo , deve cercare di fornire alle persone che stazionano ore e ore davanti alla tv strumenti
per capire, immagini chiare,magari anche cifre, numeri.
La televisione oggi
rappresenta il luogo dove nasce il non luogo, il non pensiero.
Davanti al televisore si perde
di vista la capacità di pensare,
trascinati nel vortice delle immagini e dei suoni, del dolce far nulla, dei
miti irraggiungibili, delle mode.
Quanti sono oggi ,XXI secolo,
i morti per cause legate all’ assunzione di cibi tossici?
Nessuno ne parla e nessuno ne
parlerà mai.
In Lombardia sono 38.000 all’
anno i morti di tumore, le cause stile di vita, cibi, aria inquinata.
Quanti sono oggi i morti per cause
ambientali?
Cosa significa Ambientali?
Significa aria, mare, fiume,
lago, territorio, politica del territorio, turismo, agricoltura
sana l’ unica via per salvare il mondo.
Tutte queste cose possono
creare lavoro, da questi principi possono nascere opportunità di crescita economica
vera.
Talete sostiene che la salute degli Oceani è
generata nei luoghi dove non esistono Oceani, cosi come la salute del mare ,dal quale dipende anche la qualità della vita di chi non vive al mare, dipende spesso da
aree territoriali dove il mare non c’è!
Ciò che abbiamo rifiutato è il
nostro futuro secondo Talete, da li può nascere una prospettiva di lavoro
per tutti.
Non è vero che esiste la
disoccupazione: esiste il declino dell’ industria non del lavoro, esiste il
tramonto di un certo modo di fare quantità… e i giovani dovranno riprendere in
mano la qualità delle cose, valorizzare quello che abbiamo buttato via decenni
fa.
L’ uomo vive di due elementi :
cibo e aria.
Siamo consapevoli che sono due
cose che il mondo moderno e il suo modo di
fare economia e lavoro della quantità hanno alterato?
Quanto spendono gli Stati, i
comuni, le province e gli enti istituzionali, ospedali compresi, per far fronte
alle alterazioni del cibo e dell’ aria?
Molto più di quanto
guadagnano.
Il contadino è il futuro.
Il contadino è oggi la
risposta al futuro, non vi sono altre vie.
L’ uomo , sempre quell’
essere che vive di due cose, le ha sottoposte
a interessi economici bestiali ,alterandone la fisiologia.
Esiste un sistema economico e
politico finalizzato e finanziato per tutelare questo scempio, questo
cataclisma delle idee e della salute.
Esiste
quindi ed è in atto da
decenni un attacco al pensiero, alla
salute sociale, alla qualità in ogni sua espressione.
Talete vuole aiutarci a
capire.
Noi pensiamo che un prodotto in
quanto autorizzato sia puro, e invece proprio perché autorizzato è pericoloso.
Si autorizzano i posti di
lavoro che crea, le tasse che versano,i
contributi dei lavoratori che vengono versati, all’ INPS e tutto il mercato economico che ad esso è legato,
ma il prodotto non è sano .
Di seguito alcuni dati, solo
esemplificativi………
Alcuni dati……
Il tema
dell’alimentazione è strettamente legato a quello della sicurezza alimentare.
Con quest’espressione si fa rifermento sia alla disponibilità di cibo sicuro
sotto il profilo igienico e sanitario e sia alla disponibilità di cibo in
termini quantitativi e alla possibilità di avere accesso a sufficienti fonti di
sostentamento. Per garantire la sicurezza alimentare secondo un approccio
integrato e scientifico, l’Unione Europea ha adottato strumenti nuovi:
dall’emanazione di norme specifiche per l’attività produttiva alla promozione
di sistemi di controllo sull’intera catena alimentare (dal campo alla tavola)
di misure efficienti di informazione nei confronti del consumatore. Si pensi
alla rintracciabilità dei percorsi degli alimenti, dei mangimi e dei loro
ingredienti, ossia alla possibilità di ricostruire il percorso inverso del
prodotto (dalla tavola al campo) per conoscerne gli ingredienti basilari;
l’etichettatura che invece rappresenta uno strumento utile ai consumatori per
raccogliere informazioni sempre più precise su ingredienti, valori nutrizionali
e metodi di produzioni degli alimenti e poi tutta una serie di controlli
predisposti a livello nazionale e internazionale per rintracciare i casi di
adulterazioni, sofisticazioni e contraffazioni alimentari.
Tuttavia,
quando si parla di sicurezza alimentare, la linea di demarcazione fra qualità e quantità
è molto sottile. La sicurezza alimentare esiste quando ciascun
individuo, in ogni momento, ha accesso ad una quantità di cibo sufficiente,
sicuro e nutriente in modo da soddisfare i bisogni dietetici e le preferenze
alimentari per garantire una vita sana e attiva (World Food Summit
del 1996).
La sicurezza
alimentare ovvero la produzione e l’accesso all’acqua e al cibo rappresenta
ancora un’emergenza mondiale e prioritaria: i dati sulla malnutrizione
nelle aree di insicurezza alimentare evidenziano infatti un forte ritardo nella
riduzione della fame che, in alcune zone (ad esempio nell’Africa
subsahariana), continua ad aumentare.
I
pesticidi sono utilizzati in agricoltura, per difendere le colture da parassiti (organismi che vivono a
spese di altri organismi) e in generale da popolazioni molto numerose di
insetti che si nutrono di queste piante, nonché da funghi e da erbe infestanti.
Tuttavia, il
fatto che consentano di preservare la naturale crescita delle colture non ci
autorizza a farne un uso spropositato e anzi Legambiente sostiene da sempre le
pratiche agricole, che non fanno ricorso alla chimica o che prevedono un minor
consumo di fitofarmaci.
L'esposizione
diretta o indiretta delle persone e dell'ambiente a tali sostanze, infatti, può
avere effetti negativi, quali disturbi cronici e a lungo termine,
particolarmente preoccupanti nei bambini, nelle persone anziane e nei
lavoratori esposti spesso a tali sostanze. Sul piano ambientale possono essere
causa di
contaminazione dell'acqua, dell'aria o del suolo.
contaminazione dell'acqua, dell'aria o del suolo.
Le molecole
chimiche delle miscele possono disperdersi nell’aria e colpire l’organismo non
bersaglio. Inoltre, raggiungendo le falde acquifere o penetrando nel suolo
possono provocare danni alle vegetazioni spontanee o agli insetti utili. Per i
piccoli mammiferi o gli insetti, infatti, queste molecole chimiche sono spesso
molto tossiche.
Riforma della Pac: avvio del negoziato mentre in Italia l’acqua è sempre più contaminata dai pesticidi
“Uno scandalo nazionale che conferma il
fallimento dell’attuale modello di agricoltura intensiva”
Si apre oggi
il negoziato finale per la riforma della PAC 2013 - 2020 che per la prima volta
vedrà protagoniste le tre principali istituzioni europee, Parlamento, Consiglio
e Commissione.
Le posizioni delle tre Istituzioni europee sono diverse e fra queste la peggiore è il mandato negoziale approvato dal Consiglio dei Ministri dell’agricoltura il 18 e 19 marzo, che ha cancellato quei provvedimenti che avrebbero premiato maggiormente le pratiche agricole più virtuose per l’ambiente a partire dall’agricoltura biologica.
14 organizzazioni tra cui AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai, Firab, Federbio-UpBio, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Pro Natura-Federazione Nazionale, SIEP, Slow Food Italia, TCI, WWF, chiedono al “Trilogo” decisioni coraggiose per una autentica riforma della PAC in grado di rendere più sostenibile per l’ambiente l’attuale sistema agricolo europeo.
E sono i dati ISPRA sull’emergenza pesticidi nelle acque in Italia a dirci quanto sia indispensabile una svolta ambientale della PAC.
E’ proprio la questione pesticidi l’altro tema d’impegno prioritario dell’ampio schieramento di Associazioni ambientaliste e del biologico che nel mese di gennaio aveva risposto alla consultazione pubblica indetta dai Ministeri delle Politiche Agricole, dell’Ambiente e della Salute sul Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’uso dei pesticidi con proposte che mettevano in primo piano la salute dei cittadini e degli agricoltori, la qualità dell’ambiente e delle aree rurali, la sicurezza alimentare. I dati diffusi dall’ISPRA sulla contaminazione da pesticidi delle acque superficiali e profonde in Italia sono la conferma di questa assoluta priorità.
I dati mettono in evidenza un paradosso tutto italiano: miliardi di euro di soldi pubblici spesi dalle Regioni con le misure agroambientali europee per favorire la riduzione della chimica in agricoltura e in Italia la vendita dei pesticidi aumenta, così come la loro presenza nelle acque, regalandoci un record non invidiabile di primo Paese in Europa per uso di pesticidi chimici di sintesi. E tutto questo in concomitanza con la disattenzione verso il biologico che, nonostante la crescente richiesta del mercato, viene frenato nell’aumento delle superfici coltivate .
Oltre la metà delle acque superficiali (fiumi, laghi e paludi ) e circa un terzo di quelle sotterranee sono contaminate e di queste oltre un terzo delle acque superficiali supera addirittura i limiti di legge e i normali sistemi di depurazione non sono in grado di risolvere questo problema, che non riguarda quindi solo la fauna e l’ambiente ma anche la salute della popolazione. E mancano o sono insufficienti i dati di Regioni importanti, come Lazio, Campania.
“Nemmeno la difficile situazione economica degli agricoltori è riuscita a invertire la tendenza all’aumento dell’utilizzo dei pesticidi e diserbanti nell’agricoltura convenzionale o cosiddetta integrata. Tutto ciò non è solo il frutto dell’aumento delle emergenze fitosanitarie conseguenti anche agli andamenti climatici degli ultimi anni ma piuttosto dell’intreccio sempre più evidente fra le organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori, gli apparati pubblici regionali e le multinazionali della chimica per condizionare l’applicazione delle politiche europee e la destinazione delle risorse pubbliche che dovrebbero, invece, favorire una reale riduzione dell’uso dei pesticidi principalmente attraverso la conversione al biologico”, dichiara Maria Grazia Mammuccini, coordinatrice portavoce della coalizione delle Associazioni ambientaliste e del biologico.
Di fronte a questo scandalo, già denunciato da tempo dalla stessa Corte dei Conti europea, è venuto il momento che la politica si assuma le sue responsabilità, facendo scelte chiare a favore del biologico a partire dalla corretta e lungimirante approvazione del Piano nazione per l’uso sostenibile dei pesticidi che deve riprendere il proprio iter in modo assolutamente trasparente visto che riguarda temi fondamentali per tutti come la tutela della salute delle persone e dell’ambiente, che dovranno essere in primo piano per il nuovo periodo della programmazione dei fondi comunitari, che inizia nel 2014.
Per le Associazioni nel negoziato che si avvia oggi le priorità nel primo pilastro della PAC (regole per i pagamenti diretti alle aziende) sono le norme generali del greening che devono assicurare l’adozione delle migliori pratiche agricole per la tutela dell’ambiente, a partire dall’agricoltura biologica, all’obbligo delle rotazioni colturali, alla definizione di prati permanenti e pascoli, alla percentuale delle aree agricole d’interesse ecologico.
Nel secondo pilastro della PAC (investimenti per lo sviluppo rurale) le priorità sono una maggiore dotazione finanziaria, anche attraverso la previsione di un tetto massimo di 100.000 euro per i pagamenti diretti trasferendo al secondo pilastro le risorse che ne derivano; l’approvazione di un sotto-programma per l’agricoltura sostenibile con più risorse, un cofinanziamento più alto per le misure agro-climatiche-ambientali con una spesa minima obbligatoria del 50% delle risorse disponibili per lo sviluppo rurale, l’illegalità del doppio pagamento.
L’emergenza pesticidi nelle acque in Italia, evidenziata dai dati ISPRA, dovrebbe convincere i nostri rappresentanti nel Parlamento e nel Consiglio Europeo ad assumere posizioni in grado di rappresentare prima di tutto gli interessi dei cittadini e degli agricoltori che chiedono un forte cambiamento della PAC Per questo è indispensabile fare scelte in grado di garantire che i fondi della PAC siano spesi solo per premiare quelle aziende agricole in grado di ridurre drasticamente o fare a meno dei pesticidi e produrre benefici per tutti , cibo sano, tutela dell’ambiente e della biodiversità, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio e lavoro per i giovani”.
Roma,-11-Aprile-2013
La Portavoce del tavolo delle associazioni Maria Grazia Mammuccini 3357594514
Le posizioni delle tre Istituzioni europee sono diverse e fra queste la peggiore è il mandato negoziale approvato dal Consiglio dei Ministri dell’agricoltura il 18 e 19 marzo, che ha cancellato quei provvedimenti che avrebbero premiato maggiormente le pratiche agricole più virtuose per l’ambiente a partire dall’agricoltura biologica.
14 organizzazioni tra cui AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai, Firab, Federbio-UpBio, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Pro Natura-Federazione Nazionale, SIEP, Slow Food Italia, TCI, WWF, chiedono al “Trilogo” decisioni coraggiose per una autentica riforma della PAC in grado di rendere più sostenibile per l’ambiente l’attuale sistema agricolo europeo.
E sono i dati ISPRA sull’emergenza pesticidi nelle acque in Italia a dirci quanto sia indispensabile una svolta ambientale della PAC.
E’ proprio la questione pesticidi l’altro tema d’impegno prioritario dell’ampio schieramento di Associazioni ambientaliste e del biologico che nel mese di gennaio aveva risposto alla consultazione pubblica indetta dai Ministeri delle Politiche Agricole, dell’Ambiente e della Salute sul Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’uso dei pesticidi con proposte che mettevano in primo piano la salute dei cittadini e degli agricoltori, la qualità dell’ambiente e delle aree rurali, la sicurezza alimentare. I dati diffusi dall’ISPRA sulla contaminazione da pesticidi delle acque superficiali e profonde in Italia sono la conferma di questa assoluta priorità.
I dati mettono in evidenza un paradosso tutto italiano: miliardi di euro di soldi pubblici spesi dalle Regioni con le misure agroambientali europee per favorire la riduzione della chimica in agricoltura e in Italia la vendita dei pesticidi aumenta, così come la loro presenza nelle acque, regalandoci un record non invidiabile di primo Paese in Europa per uso di pesticidi chimici di sintesi. E tutto questo in concomitanza con la disattenzione verso il biologico che, nonostante la crescente richiesta del mercato, viene frenato nell’aumento delle superfici coltivate .
Oltre la metà delle acque superficiali (fiumi, laghi e paludi ) e circa un terzo di quelle sotterranee sono contaminate e di queste oltre un terzo delle acque superficiali supera addirittura i limiti di legge e i normali sistemi di depurazione non sono in grado di risolvere questo problema, che non riguarda quindi solo la fauna e l’ambiente ma anche la salute della popolazione. E mancano o sono insufficienti i dati di Regioni importanti, come Lazio, Campania.
“Nemmeno la difficile situazione economica degli agricoltori è riuscita a invertire la tendenza all’aumento dell’utilizzo dei pesticidi e diserbanti nell’agricoltura convenzionale o cosiddetta integrata. Tutto ciò non è solo il frutto dell’aumento delle emergenze fitosanitarie conseguenti anche agli andamenti climatici degli ultimi anni ma piuttosto dell’intreccio sempre più evidente fra le organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori, gli apparati pubblici regionali e le multinazionali della chimica per condizionare l’applicazione delle politiche europee e la destinazione delle risorse pubbliche che dovrebbero, invece, favorire una reale riduzione dell’uso dei pesticidi principalmente attraverso la conversione al biologico”, dichiara Maria Grazia Mammuccini, coordinatrice portavoce della coalizione delle Associazioni ambientaliste e del biologico.
Di fronte a questo scandalo, già denunciato da tempo dalla stessa Corte dei Conti europea, è venuto il momento che la politica si assuma le sue responsabilità, facendo scelte chiare a favore del biologico a partire dalla corretta e lungimirante approvazione del Piano nazione per l’uso sostenibile dei pesticidi che deve riprendere il proprio iter in modo assolutamente trasparente visto che riguarda temi fondamentali per tutti come la tutela della salute delle persone e dell’ambiente, che dovranno essere in primo piano per il nuovo periodo della programmazione dei fondi comunitari, che inizia nel 2014.
Per le Associazioni nel negoziato che si avvia oggi le priorità nel primo pilastro della PAC (regole per i pagamenti diretti alle aziende) sono le norme generali del greening che devono assicurare l’adozione delle migliori pratiche agricole per la tutela dell’ambiente, a partire dall’agricoltura biologica, all’obbligo delle rotazioni colturali, alla definizione di prati permanenti e pascoli, alla percentuale delle aree agricole d’interesse ecologico.
Nel secondo pilastro della PAC (investimenti per lo sviluppo rurale) le priorità sono una maggiore dotazione finanziaria, anche attraverso la previsione di un tetto massimo di 100.000 euro per i pagamenti diretti trasferendo al secondo pilastro le risorse che ne derivano; l’approvazione di un sotto-programma per l’agricoltura sostenibile con più risorse, un cofinanziamento più alto per le misure agro-climatiche-ambientali con una spesa minima obbligatoria del 50% delle risorse disponibili per lo sviluppo rurale, l’illegalità del doppio pagamento.
L’emergenza pesticidi nelle acque in Italia, evidenziata dai dati ISPRA, dovrebbe convincere i nostri rappresentanti nel Parlamento e nel Consiglio Europeo ad assumere posizioni in grado di rappresentare prima di tutto gli interessi dei cittadini e degli agricoltori che chiedono un forte cambiamento della PAC Per questo è indispensabile fare scelte in grado di garantire che i fondi della PAC siano spesi solo per premiare quelle aziende agricole in grado di ridurre drasticamente o fare a meno dei pesticidi e produrre benefici per tutti , cibo sano, tutela dell’ambiente e della biodiversità, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio e lavoro per i giovani”.
Roma,-11-Aprile-2013
La Portavoce del tavolo delle associazioni Maria Grazia Mammuccini 3357594514
Articolo apparso su l'Espresso on line il 29 marzo 2005.
Niente carne e frutta e verdura a
volontà. È questa la scelta dello scienziato che ci spiega perché la salute
dipenda molto più da ciò che mangiamo che da ciò che respiriamo.
Ne uccide più la gola che la spada: questo antichissimo proverbio mi viene
quasi automaticamente alla memoria quando si affronta il problema di come ci
troviamo a vivere. Perché tutti siamo convinti che la minaccia maggiore alla
nostra salute arrivi da ciò che respiriamo, ma questo è vero solo in minima
parte. Siamo tutti in psicosi da smog e da effetto-serra (due situazioni che
non sono certo da sottovalutare), ma pochi sanno che è l'alimentazione il più
grande determinante della salute. La salute dipende molto di più da ciò che
mangiamo che da ciò che respiriamo. E questo vale soprattutto in campo
oncologico.
Se fumiamo, la nicotina, il catrame e le altre sostanze nocive sviluppate
dalla combustione del tabacco possono procurarci il carcinoma del polmone e
altri tumori, ma anche un'alimentazione non sana può essere cancerogena. Basta
ricordare che i tumori dello stomaco sono diventati sempre più rari da quando è
stato inventato il frigorifero, e io sono convintissimo di un ragionamento che
ripeto spesso: si sarebbe dovuto conferire un premio a chi ha inventato il
frigorifero e la lavatrice. Sono due strumenti che hanno accompagnato lo
sviluppo di oltre la metà del mondo, e che hanno migliorato la salute. Il
frigorifero ha portato praticamente a zero le intossicazioni alimentari e ha
ridotto al minimo i tumori dello stomaco; la lavatrice ha liberato le donne dal
peso del bucato (risparmiandone le forze, e quindi la salute) e ha permesso di
arrivare a un'igiene del vestire che i secoli precedenti non avevano mai
conosciuto.
Il cibo ci è necessario per vivere, come a tutti gli esseri viventi, ma la
quantità, la qualità e la natura di questo cibo sono come l'antica statua di
Giano bifronte, che aveva un volto per la guerra e un altro per la pace.
L'alimentazione ci può aiutare a conservare la salute, oppure al contrario può
comprometterla, perché il cibo può diventare un veicolo di sostanze nocive,
tossiche per l'apparato cardiocircolatorio e per il sistema digerente, e
talvolta potenzialmente in grado di provocare tumori.
Il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, che criticò la filosofia hegeliana,
aveva postulato che l'uomo dovesse avere l'obiettivo di passare dalla religione
(l'uomo che pone al di là di sé l'amore, il senso d'infinito e la perfezione),
all'antropologia, riconoscendo l'origine naturale della religione nelle
aspirazioni dell'uomo stesso. Nello sviluppare questa filosofia che correla
strettamente gli uomini tra di loro, nel 1850 Feuerbach recensì favorevolmente
uno scritto del fisiologo Jakob Moleschott sull'alimentazione, interpretata
come la base che rende possibile il costituirsi e perfezionarsi della cultura
umana: un popolo può migliorare migliorando l'alimentazione. Nel 1862,
Feuerbach scrisse il saggio per cui viene ricordato come un materialista: 'Il
mistero del sacrificio o l'uomo è ciò che mangià. Il filosofo tedesco sosteneva
che esiste un'identificazione dell'anima con la psiche, e che per pensare
meglio dobbiamo alimentarci meglio. Ora, io credo che una buona alimentazione
faccia una buona salute, ivi compreso il buon funzionamento del cervello.
Nella buona alimentazione, caposaldo della prevenzione, devono entrare
molti vegetali e poca o nulla carne. Io sono un vegetariano convinto per ragioni
etiche (non mi va di soddisfare la gola a spese del dolore e della morte di
altri animali), ma nel fare queste affermazioni mi baso su ragioni scientifiche
più che accertate. Noi siamo circondati da sostanze inquinanti, che la
sensibilità collettiva ritiene ormai un rischio per la nostra vita. Sono
sostanze nocive se le respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo.
Consumando carne, ci mettiamo proprio in questa situazione, perché
dall'atmosfera queste sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull'erba che,
mangiata dal bestiame, si accumulano nei suoi depositi adiposi, e infine
arrivano sul nostro piatto quando mangiamo la carne.
Una sostanza tossica è più pericolosa se viene ingerita piuttosto che se
viene respirata. Io porto sempre l'esempio del gatto, che è l'animale più
colpito da cancro. I ricercatori che hanno indagato su questo fatto, hanno
scoperto una ragione che ci deve trovare molto attenti: il gatto infatti ha per
sua abitudine quella di lavarsi leccandosi il pelo, che è impregnato di
sostanze tossiche e cancerogene cadute sul terreno. Con il suo continuo
leccarsi, il povero micio introduce queste sostanze nel suo organismo,
rimanendone vittima.
L'inquinamento ambientale è un rischio soprattutto per le sue conseguenze
sulla catena alimentare, e ogni tanto ci sono notizie alle quali bisognerebbe
prestare molta più attenzione. Una recentissima, viene dal Dipartimento di
alimentazione umana dell'Università di Pavia: in una ricerca su 230 puerpere, è
stato trovato che nell'80 per cento di esse il latte conteneva l'ochratoxina A,
che è un possibile agente tossico, e che nel latte di una di queste mamme,
intenzionata ad allattare la sua creatura, c'era addirittura l'aflatossina, la
potentissima sostanza cancerogena che si trova a volte anche nel mais. Non
posso qui non ricordare che il mais geneticamente modificato riesce a
difendersi dal parassita piralide e dalle micotossine prodotte dalle muffe che
si insediano dove la piralmide scava i suoi buchi, e una delle quali è la
temibile aflatossina.
A novembre 2004, quando ho presentato il 'Manifesto biotech', 18 società
scientifiche l'hanno sottoscritto, affermando: "Non ci sono prove di danni
in chi consuma prodotti derivati da coltivazioni geneticamente
modificate". Si sono levate molte contestazioni, e tuttavia io sono
convinto che l'agricoltura tecnologica contribuirà a risolvere il problema
della fame nel mondo, che riguarda 800 milioni di persone. Siamo già sei
miliardi di individui, nel 2020 saremo otto miliardi. Procediamo con cautela,
ma procediamo. Non penso che sia utile, umano e intelligente opporsi alla
ricerca. Le grandi questioni dell'umanità e del nostro futuro non si
risolveranno con meno ricerca, ma con più ricerca, più conoscenza e cultura.
In un mondo che ha fame, il consumo di carne costituisce uno spreco
economico enorme, e l'ascoltato economista e sociologo Jeremy Rifkin ne ha dato
una dimostrazione in cifre: se nel mondo ci sono 800 milioni di persone che
soffrono la fame è perché gran parte del terreno coltivabile viene dedicato a
farvi nascere foraggio e cibo per gli animali da carne. Ogni anno sono
destinati a bovini, ovini, suini e polli circa 150 milioni di tonnellate di
cereali. Con uno spreco finale enorme, perché se facciamo un bilancio tra
quanto nutrimento s'impiega per allevare un animale da carne e quanta resa se
ne ha ai fini dell'alimentazione umana, vediamo che il conto non torna. È molto
più conveniente impiegare direttamente nell'alimentazione umana un chilo di
cereali (può nutrire più persone in un giorno, e non ha sprechi) che impiegarne
la stessa quantità per nutrire un animale da macello.
Non è vero che la carne è necessaria al nostro sostentamento. Non solo i
vegetali ci mettono a disposizione tutto quanto occorre alla vita, ma in essi
si trovano anche le proteine, contrariamente a quanto la gente crede. Del
resto, in termini evoluzionistici l'uomo discende dalla scimmia, è un primate.
Proprio la recentissima mappatura del genoma ci ha permesso la prova
scientifica dell'intuizione di Darwin. Il 99 per cento del nostro Dna è
esattamente identico a quello dello scimpanzé, e noi siamo uguali a lui per le
nostre funzioni di ogni tipo. Abbiamo in più il gene del linguaggio, e questo
ci differenzia. Senza linguaggio non c'è civiltà, come senza la scrittura non
ci sarebbe la storia del genere umano. Per il resto, il nostro metabolismo è
quello dei primati, che non sono carnivori e che si nutrono di bacche, cereali,
legumi, frutti.
Il nostro organismo, come quello delle scimmie, è programmato proprio per
il consumo di frutta, verdura e legumi. Una dieta priva di carne non ci
indebolirebbe certamente: pensiamo alla potenza fisica del gorilla. E pensiamo
al neonato, che nei primi mesi quadruplica il suo peso nutrendosi solo di
latte. Non solo una dieta di frutta e verdura ci farebbe bene, ma servirebbe
proprio a tenere lontane le malattie. Solo tre anni fa, il Rapporto
dell'Organizzazione mondiale della Sanità sulla salute nel mondo attribuiva a
un insufficiente consumo di frutta e legumi quasi tre milioni di decessi.
Umberto Veronesi
Come si nutrono i popoli di altre terre?
Come si procurano i loro cibi?
Il
progetto Pigafetta secondo TALETE potrebbe rispondere a queste
domande.
La regola delle 4Q
In ambito nutrizionale, moltissimi sono i metodi che sono
stati proposti per dimagrire, prevenire le più comuni malattie o ancora
semplicemente per sentirsi meglio. Purtroppo, una caratteristica comune a molte
di queste teorie è il totale o scarso fondamento scientifico. Ecco perché ho
creduto opportuno riorganizzare in modo semplice le principali conoscenze in
ambito nutrizionale, per farne una guida utile e affidabile per tutti.
4Q è appunto la sigla che riassume l'insieme di regole,
basate esclusivamente sulle attuali conoscenze scientifiche in ambito
nutrizionale, per nutrirsi in modo più sano. Attenendosi alle indicazioni
riportate nell'e-book che potete scaricare dalle pagine del mio sito, è infatti
possibile non solo ritrovare il peso forma, ma anche e soprattutto prevenire e
migliorare i sintomi delle malattie croniche (diabete, osteoporosi, malattie
renali, e molte altre).
La regola delle 4Q si basa su quattro pilastri fondamentali,
le quattro Q per una alimentazione di Qualità che permetta di trarre giovamento
da una nutrizione più sana e equilibrata:
1. Non escludere i carboidrati, ma migliora la qualità degli alimenti
che ne sono ricchi.
2. Non escludere i grassi, ma migliora la qualità degli alimenti che ne
sono ricchi.
3. Non esagerare con le proteine, ma migliora la qualità degli alimenti
che ne sono ricchi.
4. Migliora la qualità complessiva del tuo stile di vita.
Tratto da “Chimica Nociva” testo del ricercatore e docente presso Università di Oslo Gianluca Tognon
Talete e ARPA.
ARPA Lombardia
opera quotidianamente per la prevenzione e la protezione dell’ambiente,
affiancando le istituzioni regionali e locali in molteplici attività: dalla
lotta all’inquinamento atmosferico ed acustico agli interventi per la tutela
delle acque superficiali e sotterranee, dal monitoraggio dei campi
elettromagnetici alle indagini sulla contaminazione del suolo e sui processi di
bonifica.
ARPA è a disposizione di tutti i cittadini per contribuire ad una corretta informazione su tutte le tematiche ambientali. Le sue strutture di comunicazione con il pubblico operano quotidianamente per rispondere alle esigenze di conoscenza e di educazione ambientale.
ARPA è a disposizione di tutti i cittadini per contribuire ad una corretta informazione su tutte le tematiche ambientali. Le sue strutture di comunicazione con il pubblico operano quotidianamente per rispondere alle esigenze di conoscenza e di educazione ambientale.
ARPA LOMBARDIA
La Lombardia è un territorio che ha
conservato una solida base industriale che, seppur in forte evoluzione,
rappresenta un tratto distintivo del modello di sviluppo regionale. Il valore
aggiunto generato dal settore industriale lombardo è pari a un quarto di quello
complessivo regionale a fronte di una media italiana del 19,4%. Dal 2000 la
quota di valore aggiunto regionale generato dall’industria si è
progressivamente ridotta passando dal 30,6% del 2000 al 25,6% del 2009 (Figura
3).In Lombardia sono localizzate più di un quinto delle imprese manifatturiere
italiane e quasi un quarto degli occupati in questo settore.Le imprese
manifatturiere costituiscono più del 97% delle imprese attive nell’industria
lombarda; più di un terzo di queste imprese svolgono la propria attività nel
comparto metalmeccanico che comprende i settori della fabbricazione di prodotti
in metallo, dei macchinari e dei mezzi di trasporto. Seguono il comparto
tessile e abbigliamento che raccoglie il 13% delle imprese manifatturiere
attive, il settore legno-mobilio (11%), il settore chimico farmaceutico e gomma
plastica (6%) e quello alimentare (5%). Il restante 3% del comparto industriale
in Lombardia opera nei settori estrattivo e della fornitura di acqua, energia
elettrica, gas, vapore.
INDUSTRIA
Industria
È inteso come “valore aggiunto” la risultante della differenza tra il
valore della produzione di beni e servizi conseguita dalle singole branche
produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumati
(materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità
produttive).Fig. 3 Percentuale di valore aggiunto dell’industria lombarda
(2000-2009)Fonte: elaborazione Èupolis Lombardia su dati Istat
Quota percentuale
2000 2001Più del 50% delle imprese attive
nella manifattura sono localizzate nelle province di Milano, Brescia e Bergamo che
assieme a Varese, Monza e Brianza rappresentano le province con più spiccata
vocazione manifatturiera della Regione.I processi industriali, gli scarti di
lavorazione e le emissioni prodotte da alcune di queste lavorazioni possono
generare impatti significativi sull’ambiente. In Lombardia sono concentrati
oltre il 25% di tutti gli impianti a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) del
Paese e oltre il 30% degli impianti sottoposti ad Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA). La distribuzione territoriale di questi impianti riflette sia
la vocazione manifatturiera delle province lombarde (in particolare la
produzione chimica e metallurgica) sia la presenza di
altre attività (allevamenti, produzione di
energia, trasformazioni alimentari) che generano rilevanti impatti di tipo
ambientale .
Distribuzione per provincia degli impianti a
Rischio di Incidente Rilevante e stabilimenti sottoposti ad Autorizzazione
Integrata Ambientale (2011)Fonte: ARPA Lombardia Più del 50% delle imprese
attive nella manifattura sono localizzate nelle province di Milano, Brescia e
Bergamo che assieme a Varese, Monza e Brianza rappresentano le province con più
spiccata vocazione manifatturiera della Regione.I processi industriali, gli
scarti di lavorazione e le emissioni prodotte da alcune di queste lavorazioni
possono generare impatti significativi sull’ambiente. In Lombardia sono
concentrati oltre il 25% di tutti gli impianti a Rischio di Incidente Rilevante
(RIR) del Paese e oltre il 30% degli impianti sottoposti ad Autorizzazione
Integrata Ambientale (AIA). La distribuzione territoriale di questi impianti
riflette sia la vocazione manifatturiera delle province lombarde (in
particolare la produzione chimica e metallurgica) sia la presenza di altre
attività (allevamenti, produzione dienergia, trasformazioni alimentari) che
generano rilevanti impatti di tipo ambientale (Tabella 2).Province Unità locali
RIR Unità locali AIA
Bergamo
50 228
Brescia 44 465
Como 8 51
Cremona 13 231
Lecco 9 45
Lodi 12 89
Monza e Brianza 18 71
Milano 68 243
Mantova 11 261
Pavia 16 106
Sondrio 2 5
Varese 27 98
TOTALE 278 1893
2.3 La radioattività naturale è una componente
naturale dell’ambiente e le sue sorgenti sono di origine sia terrestre sia
extraterrestre. La componente radioattiva terrestre dipende dalla conformazione
geologica del territorio – ed è quindi molto variabile da luogo a luogo– mentre
la componente extraterrestre è costituita dai raggi cosmici provenienti sia dal
profondo spazio interstellare sia dal Sole. Ne deriva che tutti gli esseri
viventi sono esposti alle radiazioniionizzanti di origine naturale, il cui
insieme è detto fondo naturale di radiazioni. Il RadonIl radon è un gas
naturale radioattivo, incolore e inodore e proviene dal decadimento di uranio e
radio, sostanze radioattive naturalmente presenti sulla Terra. Suolo, rocce,
materiali da costruzione, falde acquifere ne sono le sorgenti. Il radon
fuoriesce facilmente da tali sorgenti, si disperde e si diluisce all’aperto,
mentre in ambienti chiusi può accumularsi,raggiungendo a volte concentrazioni
rilevanti. In genere si hanno concentrazioni di radon più elevate nelle
cantine, nei seminterrati e ai piani bassi, soprattutto se i locali sono mal
ventilati o mal isolati dal terreno, poiché la sorgente principale di tale gas
– quantomeno in Lombardia – è proprio il suolo;concentrazioni apprezzabili
possono essere misurate anche ai piani medio-alti nel caso vi sia la presenza
di alcuni materiali da costruzione, come granito, pietra pomice o tufo
vulcanico. Il radon indoor rappresenta la fonte principale d’esposizione della
popolazione alle radiazioni ionizzanti naturali: insieme agli altri elementi radioattivi
che da esso derivano,il radon si fissa alla polvere presente nell’aria che
viene respirata e può depositarsi nei bronchi e neipolmoni,fungendo da sorgente
emissiva interna. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)
el’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classificano il radon come
cancerogeno di gruppo 1.In particolare, l’esposizione al radon presente
nell’aria delle abitazioni aumenta il rischio di contrarre un tumore polmonare,
ed è responsabile del 9% circa dei tumori polmonari in Europa (20.000casi
l’anno); tale rischio è molto più alto per chi fuma un pacchetto di sigarette
al giorno rispetto a quello per chi non fuma. La Raccomandazione dell’Unione Europea
(1990/143/Euratom), non ancora recepita a livello nazionale, fissa i valori di
concentrazione al di sopra dei quali raccomandare di effettuare azioni per
ridurre la concentrazione di radon in locali destinati ad abitazione. Tali
livelli sono:- 400 Bq/m3per le abitazioni già esistenti;- 200 Bq/m3per le
abitazioni di futura edificazione, da garantire utilizzando opportune tecniche preventive.
Nel caso invece di locali destinati a luogo di lavoro, il livello di azione
fissato dalla normativa nazionale (D.Lgs. 230/1995 es.m.i.) è di 500 Bq/m3. La
differenza tra i due livelli di riferimento applicabili nelle abitazioni e nei
luoghi di lavoro è giustificata da vari motivi, il principale dei quali è la
diversità del tipo di permanenza delle persone nei due tipi di ambienti, fino a
24 ore al giorno nel primo e limitata al massimo a 36-40 ore settimanali el
secondo.
Montesquieu insegnava: la democrazia è retta dalla virtù. Se la
parola virtù possiede oggi ancora un senso, e lo possiede, allora dobbiamo
essere certi che un buon governo si fonda su un qualcosa di poco economico, poco mercantile, poco
globalizzazione, è tanta etica.
Prof.ssa MANFREDINI CAROLINA
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